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Di seguito si riportano alcuni post pubblicati durante l'ultima stagione.


Post del 27 settembre 2023
In conclusione, un appello a tutti i cittadini.
Nella nona e ultima "pillola" si traggono le conclusioni e si termina la serie di video ricordando a tutti che senza l'impegno di ciascuno non è possibile ottenere dei risultati apprezzabili in termini di riduzione delle zanzare.

Con queste “pillole” abbiamo fatto un viaggio nel quale abbiamo imparato come si combattono le zanzare. Ricordiamo che per farlo serve anche una macchina all'avanguardia che lavora per la tutela dei cittadini, una macchina organizzativa molto molto grande: molte decine di tecnici che lavorano ogni giorno in tutto il territorio piemontese e in particolare all'interno dei comuni che aderiscono ai progetti, cui si aggiungono gli operatori delle ditte incaricate che intervengono in ogni situazione necessaria. Una macchina che interviene anche quando c'è la necessità di evitare la diffusione di malattie dovute alla presenza delle zanzare. Quindi una complessità organizzativa che abbiamo imparato ad affrontare in 15 anni di esperienza.
Ma non dobbiamo dimenticare che il ruolo attivo dei cittadini e delle cittadine è importantissimo, perché IPLA può intervenire sul territorio pubblico, ma sappiamo che circa il 70% dei focolai larvali è sul territorio privato, nelle nostre case, i nostri giardini, i nostri orti e quindi la collaborazione dei cittadini, attraverso le loro "buone azioni" per evitare la riproduzione delle zanzare, è qualcosa di assolutamente necessario per arrivare all'obiettivo. E ricordiamo che tutte le informazioni utili, anche di tipo scientifico, le potete trovare proprio sul sito IPLA dedicato al tema zanzare (https://zanzare.ipla.org).

post pillola video 9


Post del 26 settembre 2023
La lotta adulticida.
Quando la lotta larvicida non può dare, per diversi motivi, i risultati sperati e le zanzare presenti creano gravi disagi o minacciano la salute pubblica, ci si affida alla lotta adulticida, che però non è mai selettiva come quella larvicida e pertanto il suo impiego è fortemente limitato.

La lotta alle zanzare è un Progetto abbastanza complicato, perché bisogna colpire le zanzare in vari momenti di sviluppo della zanzara, dalla larva fino all'adulto. Qui, come vedete, siamo in un parco dove saranno fatti dei trattamenti adulticidi (adulticida significa contro gli adulti di zanzara). Vengono utilizzati prodotti a basso impatto ambientale e in totale sicurezza, sia per gli operatori sia per la popolazione. Di solito sono trattamenti che vengono eseguiti o la mattina prestissimo, di notte o a sera inoltrata. Viene generalmente irrorata la vegetazione, soprattutto nei primi 4-5 metri dal livello del terreno, proprio per colpire l'adulto di zanzara che lì si rifugia. Negli ultimi anni la zanzara tigre è molto diffusa in città e questi trattamenti agiscono in particolar modo contro questa specie. Ad esempio, quando ci sono feste o sagre, spesso vengono fatti questi interventi per "proteggere" l'evento. Quindi nei due, tre giorni precedenti, viene fatto questo trattamento per rendere un po' più vivibile l'area e dare un po' di sollievo alla popolazione.

post pillola video 8


Post del 25 settembre 2023
La lotta larvicida nei focolai rurali.
Nella "pillola" di oggi vi parliamo dei trattamenti larvicidi in ambito rurale, che vengono fatti con l'impiego di prodotti biotecnologici a bassissimo impatto ambientale.

Accanto ai trattamenti in ambito urbano, ci sono anche quelli nell'ambiente rurale, che riguardano specie di zanzare differenti rispetto a quelle che si trovano comunemente in città, ma che si differenziano per coprire distanze maggiori in volo e quindi possono raggiungere i centri abitati vicini. Per questo c'è un’attenzione particolare per trattare, ad esempio i fossati di irrigazione, le marcite, i prati che si possono allagare, in modo tale da evitare che queste specie una volta sviluppatesi e raggiunto lo stadio adulto raggiungano la città.
Qui, ad esempio, stiamo trattando le larve che si possono trovare con una certa frequenza nell'acqua stagnante. In questi casi si usa sempre un prodotto biologico, a base di Bacillus thuringiensis israeliensis, in modo da non creare problemi per eventuali altri animali, tipo pesci o rane, che popolano gli stagni o i fossi. Qualora anche un animale domestico dovesse toccare l'acqua trattata, nessun problema. Questa è una cosa importante per chi volesse fare dei trattamenti in ambito domestico: si dovrebbe premurare di utilizzare prodotti biologici, molto meno tossici di quelli impiegati per i trattamenti adulticidi.

post pillola video 7


Post del 24 settembre 2023
La lotta larvicida nei focolai urbani.
In questa e nelle prossime due "pillole" illustriamo i principali metodi di lotta alle zanzare applicati dal Progetto Regionale attraverso una serie di Progetti Locali e, in caso di emergenza sanitaria, in qualsiasi zona del Piemonte. In questa "pillola" parliamo, in maniera sintetica, della lotta larvicida in ambito urbano.

Siamo in un ambiente particolare: all'interno di un cimitero, non a caso. Perché ci troviamo qua? Nei cimiteri troviamo tante piccole raccolte d'acqua che costituiscono dei focolai di sviluppo per molte zanzare e quindi, purtroppo, anche tante zanzare che, ovviamente, danno fastidio a chi viene a trovare i suoi cari e quindi facciamo un'attenzione un po' particolare a questi ambienti. Un focolaio classico di questi ambienti è costituito dai vasi portafiori, dove rimane quasi sempre un po' d'acqua. E appena c'è l'acqua arrivano le zanzare a deporre e dopo poco compaiono le loro larve. Le tombe però sono private e quindi non possiamo svuotare i vasi, ma solo spiegare agli utenti cosa devono fare. In ambiente urbano, sono poi comuni le caditoie stradali che servono a raccogliere l'acqua piovana: sono appunto quello che controlliamo più spesso, perché anche lì troviamo l'acqua e quindi le larve di zanzara. Per fortuna qui possiamo fare direttamente noi qualcosa: ci sono dei prodotti che andiamo a mettere nelle caditoie e che uccidono le larve di zanzara. Si tratta spesso di prodotti a base naturale, come il Bacillus thuringiensis israeliensis che in modo ecologico, senza l'uso della chimica, contrastano lo sviluppo e quindi il fastidio arrecato dalle zanzare.

post pillola video 6


Post del 23 settembre 2023
La sorveglianza entomologica.
Nella quinta "pillola" accenniamo alle attività di laboratorio per la preparazione dei campioni da esaminare al fine di verificare la presenza di patogeni e, in caso di positività, attivare tutta una serie di misure per prevenire la loro diffusione.

Su tutto il Piemonte, soprattutto nei comuni che aderiscono alla legge 75/95, sono presenti circa 200 trappole ad anidride carbonica. Le zanzare raccolte in 75 di queste trappole vengono indirizzate all'analisi virologica. Significa che andremo così a cercare i virus presenti nelle zanzare. Quando arrivano le retine con le zanzare, vengono messe in un freezer a -80° e vengono conservate finché non vengono suddivise per specie e conteggiate. Vengono quindi suddivise per pool, utilizzando apposite lenti o dei microscopi binoculari per riconoscere le specie che poi vengono messe in provette separate. Queste vengono poi portate all'Istituto Zooprofilattico di Torino, sempre mantenendo il ciclo del freddo. Lì saranno poi trattate ed analizzate per verificare se ci sono dei virus. In particolare, questo procedimento è utilizzato per la sorveglianza entomologica sui virus West Nile e Usutu. Nel caso in cui un pool di zanzare risultasse positivo, si avvia una procedura che prevede, ad esempio che sia avvisato il Centro Nazionale Sangue in modo che i donatori e le sacche provenienti dalla provincia in questione siano trattati secondo un protocollo finalizzato ad evitare la trasmissione di questi virus tramite le donazioni.

post pillola video 5


Post del 22 settembre 2023
Il monitoraggio con trappole attrattive.
Per sapere quante e quali zanzare sono presenti in un territorio si opera con un monitoraggio basato sull'impiego di trappole attrattive. Questo metodo permette, inoltre, di raccogliere dei campioni di zanzare da sottoporre ad analisi finalizzate a verificare la presenza di eventuali patogeni da esse trasmesse.

Ai fini della lotta è fondamentale anche capire con quali zanzare abbiamo a che fare. Per questo scopo si utilizzano delle trappole attrattive che sfruttano la proprietà dell'anidride carbonica, il gas che produciamo con la respirazione, di attrarre le zanzare. Le zanzare ci vengono a cercare e ci trovano proprio grazie agli odori della pelle, al calore del corpo, ma soprattutto all'anidride carbonica che produciamo respirando. In questo scatolone abbiamo dell'anidride carbonica allo stato solido, comunemente chiamato ghiaccio secco. Circa mezzo chilo di questo ghiaccio viene messo in un thermos che costituisce la parte superiore della trappola attrattiva. Il resto della trappola è costituito da una ventola, che si trova al di sotto del thermos. Questo ha dei piccoli fori da cui sublima l'anidride carbonica in forma gassosa che scende verso la ventola. Posizionando la trappola prima del tramonto e ritirandola la mattina successiva, noi siamo in grado di sapere in quel lasso di tempo e in quella località quali zanzare sono presenti e in che quantità. In questo caso abbiamo un albero che rende tutta l’operazione molto comoda, altrimenti dovremmo utilizzare ad esempio una cancellata, una grondaia o cose di questo genere per appendere la trappola. Al di sotto della trappola si posiziona una retina che ci permette di raccogliere le zanzare attratte dall'anidride carbonica e aspirate dalla ventola.

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Post del 21 settembre 2023
Il monitoraggio con le ovitrappole.
Il terzo video è dedicato a uno dei metodi utilizzati per stimare la presenza e la densità di una delle zanzare più fastidiose presenti in Piemonte: la zanzara tigre.

Quello che ho in mano è un'ovitrappola, che è semplicemente un bicchiere di plastica, nero, da vivaista, che serve per il monitoraggio della zanzara tigre. In questo bicchiere viene inserito un supporto di masonite con il lato ruvido che viene rivolto dalla parte esterna e bloccato con un fermaglio di metallo. Sul supporto in masonite la zanzara tigre, attirata dall'acqua messa nel vaso, va a deporre le sue uova. In genere posizioniamo queste ovitrappole in punti ombreggiati e non direttamente esposti al sole, perché sono queste le zone che vengono preferite dalla zanzara tigre. Poi mettiamo dell'acqua, che è semplicemente acqua di rubinetto mantenuta all'aperto per circa 24 ore allo scopo di declorarla, e qualche granello di prodotto larvicida per evitare che questa stessa ovitrappola diventi un focolaio di riproduzione per le zanzare. E infine fissiamo la stecchetta di masonite che rimarrà in campo per circa 15 giorni. Poi verrà sostituita da una nuova stecchetta, verrà rinnovata l'acqua e rimesso il prodotto larvicida. Le stecchette recuperate dalle ovitrappole saranno lasciate asciugate e poi portate in laboratorio per la conta delle uova deposte sulla loro superficie. Questo numero ci dà un'idea sull’abbondanza della popolazione di zanzara tigre in un determinato sito.

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Post del 20 settembre 2023
Le specie di zanzare e le malattie.
In questa seconda "pillola" vogliamo illustrare, in maniera sintetica, le principali specie di zanzare che il Progetto Regionale si propone di combattere e le malattie che possono trasmetterci.

Nel mondo ci sono più di 3.500 specie di zanzare. Ovviamente in Italia non si sono tutte, ma solo una sessantina di specie. Per fortuna non tutte sono moleste nei confronti dell'uomo e, soprattutto, non tutte possono trasmettere delle malattie pericolose.
In Piemonte abbiamo innanzitutto la cosiddetta zanzara comune, Culex pipiens, che è la zanzara che possiamo trovare anche in casa, talvolta in pieno inverno, e che è in grado di svilupparsi nelle piccole raccolte d'acqua che si possono formare in ambito domestico, ma anche in acquitrini molto grandi come una tipica zanzara di ambito rurale. Vi è poi la zanzara tigre, Aedes albopictus, che invece è soprattutto presente in città e riesce a sfruttare le piccole raccolte d'acqua che vi si trovano. Quindi, basta lasciare dell'acqua in un sottovaso o in un recipiente che rimane all'aperto durante le piogge e si riempie d'acqua, e le larve di questa zanzara si sviluppano molto rapidamente. Venendo invece all'ambito prettamente rurale, vi sono altre zanzare molto comuni, soprattutto nel Piemonte orientale, come la zanzara di risaia, Aedes caspius o Ochlerotatus caspius.

Dal punto di vista sanitario, la zanzara comune è il principale vettore del virus della febbre del Nilo occidentale o West Nile fever che, come dice il nome, è un virus di origine africana ed è arrivato in Europa alcune decine di anni fa, molto probabilmente nel sangue di uccelli migratori infetti. Questo virus talvolta può essere trasmesso anche agli esseri umani o ai cavalli, che possono ammalarsi, ma anche ad altri animali che però non sviluppano la malattia. Per quanto riguarda la malaria, è ancora presente il vettore, la zanzara Anopheles, di cui esistono diverse specie che potenzialmente possono trasmettere il plasmodio. Però in Italia e, più in generale, in Europa, questo parassita non è più presente nella popolazione umana. Quindi anche se una zanzara Anopheles ci punge, non è in grado di trasmettere il plasmodio perché non ha potuto assumerlo in un pasto precedente.

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Post del 19 settembre 2023
Il Progetto Regionale di Lotta alle zanzare.
In questa prima "pillola" vogliamo raccontare, in maniera sintetica, di cosa si occupa il progetto.

Il Progetto Regionale che segue IPLA, ormai dal lontano 2007, nasce dalla Legge Regionale 75 del 1995. Grazie a questa legge, i Comuni piemontesi che intendono fare operazioni di lotta alle zanzare, ricevono dalla Regione un contributo par al 50% dei costi sostenuti. Le attività ammesse a finanziamento sono quelle della lotta biologica e integrata, quindi quelle che prevedono principalmente il controllo delle larve di zanzare nei focolai di sviluppo. Solo in estrema ratio si fa ricorso alla lotta adulticida. IPLA si occupa della gestione del Progetto di Lotta alle zanzare per conto della Regione Piemonte e gestisce direttamente 13 progetti locali di lotta alle zanzare, che coinvolgono circa 230 comuni.
Inoltre, IPLA si occupa del monitoraggio, mettendo apposite trappole su tutto il territorio regionale. Le zanzare che vengono così prelevate vengono portate nei laboratori della sede di Torino dove vengono determinate, contate, suddivise in pool e poi inviate in centri specifici dove vengono svolte le analisi virologiche idonea a cercare gli eventuali virus presenti nei campioni.

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Post del 5 giugno 2023
Piogge e zanzare - Trattare con prodotti larvicidi.
Infine, vi sono dei ristagni che non si possono né eliminare né coprire senza comprometterne la funzionalità.
Il tipico esempio è quello delle caditoie dell’acqua piovana dotate di un cosiddetto sifone anti-interramento. Sono facili da individuare perché al di sotto della griglia di scolo si intravede dell’acqua stagnante. Questa è praticamente impossibile da eliminare e in certi casi può permettere lo sviluppo di migliaia di zanzare in poche settimane.
Esistono soluzioni tecnologiche che fan sì che il tombino rimanga ermeticamente chiuso per poi aprirsi solo quando è necessario far scolare l’acqua, ma presentano alcune importanti limitazioni che ne hanno condizionato la diffusione. Tentare di schermare la griglia con una retina lo rende in breve tempo poco funzionale, a causa della terra e delle foglie che inevitabilmente vi si accumulerebbero sopra.
Perciò, in questi casi e in tutte quelle situazioni in cui il ristagno non è eliminabile o copribile efficacemente, l’unica soluzione praticabile è quella di utilizzare uno degli appositi prodotti larvicidi presenti in commercio.

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Post del 2 giugno 2023
Piogge e zanzare - Chiudere ermeticamente i contenitori utilizzati.
Negli ambienti esterni che circondano le nostre case, spesso mettiamo dei recipienti che non si possono eliminare proprio perché li utilizziamo per raccogliere e conservare l’acqua.
Tipico esempio è quello dei fusti impiegati per raccogliere l’acqua utilizzata per annaffiare le verdure dell’orto.
In questi casi, per impedire che le zanzare utilizzino questi serbatoi per riprodursi, occorre impedire loro di entrarvi a deporre le proprie uova.
È quindi indispensabile chiuderli ermeticamente, utilizzando gli appositi coperchi a vite o a pressione. Se ne sono privi, si possono adattare dei teli di plastica o di zanzariera fine per chiudere la loro imboccatura. In questo caso è però importante che la chiusura sia ermetica e il telo ben teso, affinché non si formino delle “pance” che si possano riempire d’acqua e, soprattutto, integro, senza buchi o strappi.
Per fissare il telo al contenitore si possono utilizzare delle corde, meglio se elastiche.

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Post del 1° giugno 2023
Piogge e zanzare - Eliminare rifiuti e contenitori inutilizzati.
Molto spesso lasciamo all’aperto, per necessità o incuria, dei manufatti che con le piogge si riempiono d’acqua, permettendo così alle zanzare di riprodursi indisturbatamente. È perciò molto importante, specie dopo le piogge, controllare che non vi siano situazioni del genere intorno a casa nostra.
Verifichiamo quindi di non aver lasciato all’aperto vasi, secchi, annaffiatoi, pile di sottovasi, vasche, catini, ciotole, fusti, botti, bidoncini, bottiglie, contenitori per alimenti, pentole, piatti, lattine, abbeveratoi per animali, teloni, giocattoli di plastica, piscinette gonfiabili, cassonetti, carriole, stivali di gomma, copertoni e altri oggetti e rifiuti che con le piogge possono riempirsi d’acqua. Dopo averli svuotati, vanno appropriatamente eliminati o riposti al chiuso.

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Post del 31 maggio 2023
Piogge e zanzare - Favorire il deflusso delle acque.
Talvolta il libero deflusso delle acque lungo un fosso o una grondaia è impedito dalla presenza di residui. Ciò provoca inevitabilmente la formazione di ristagni più o meno abbondanti e permanenti che le zanzare sfruttano a loro vantaggio per riprodursi.
Per evitare che ciò accada, è necessario controllare periodicamente che erba, foglie o rifiuti non ostruiscano gli scoli e intervenire per eliminare tutto ciò che può provocare il blocco. Ripristinando il deflusso dell’acqua, le larve di zanzara vengono dilavate e non possono completare il loro ciclo di sviluppo.

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Post del 30 maggio 2023
Piogge e zanzare.
L’attuale periodo di piogge intense sarà inevitabilmente seguito da giornate calde che favoriranno lo sviluppo delle zanzare. Per questa ragione è necessario agire al più presto per limitare il fenomeno, soprattutto nei pressi delle nostre abitazioni, laddove solo noi possiamo intervenire.
Innanzitutto, si devono identificare tutti i siti in cui si è accumulata l’acqua: balconi, terrazzi, lastrichi solari, giardini, orti e cortili possono nascondere innumerevoli ristagni di varia natura e dimensione.
Man mano che si individua un ristagno, dobbiamo valutare quale delle seguenti soluzioni si può applicare:

  • favorire il deflusso delle acque;
  • eliminare rifiuti e contenitori inutilizzati;
  • chiudere ermeticamente i recipienti utilizzati;
  • trattare con appositi prodotti laddove non è possibile risolvere altrimenti il problema.

Nei prossimi post amplieremo questi quattro semplici concetti.

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Post dell'8 marzo 2023
Il contributo delle donne all'entomologia medica: conclusioni.
Le 22 donne ritratte in questa carrellata hanno indubbiamente contribuito a gettare le basi della moderna entomologia medica. È evidente che l’elenco non è esaustivo e che probabilmente ci sono molte altre donne che avrebbero potuto essere incluse. Inoltre, non è stato possibile ritrarre rappresentanti di ogni regione del mondo. In molti Paesi le donne hanno contribuito al progresso della scienza, ma i loro nomi nella storia dell'entomologia medica sono particolarmente difficili da trovare. In questo contesto, l'attuale sotto-rappresentazione delle donne in alcune aree della scienza è determinata da molteplici e diversi fattori educativi, sociali, educativi ed economici, che si manifestano in modo diverso in ciascun paese. Questi contesti storici e culturali, oltre alla diversa disponibilità di documenti digitalizzati, il linguaggio usato nelle pubblicazioni e l’accesso alle tecnologie di comunicazione, possono complicare la ricerca di informazioni biografiche sulle donne che hanno ricoperto ruoli importanti nell'entomologia medica come negli altri campi del sapere. Il compito di identificare e riconoscere il ruolo di tutte queste donne nella storia dovrebbe essere intrapreso e incoraggiato a vari livelli. Tuttavia, le poche donne di cui abbiamo parlato rappresentano la determinazione e il sacrificio di tante donne straordinarie che hanno lottato per seguire le loro aspirazioni in discipline dominate dagli uomini. Alcune, come abbiamo visto, hanno persino perso la vita nel fare ciò che amavano. Non c'è dubbio che il loro lavoro trascenda fino ai giorni nostri, non solo nei loro numerosi contributi scientifici, ma anche nei percorsi che hanno aperto.
Buon 8 marzo a tutte le donne!

post 08 mar 2023


Post del 7 marzo 2023
Il contributo delle donne all'entomologia medica: Maria Tonelli‑Rondelli. La seconda donna piemontese di cui parliamo, non solo nacque a Torino, nel 1899, ma qui svolse la sua carriera di ricercatrice. Maria Rondelli si laureò infatti in scienze naturali, nel 1921, e in geografia, nel 1923, all’Università di Torino. Nel 1927 sposò Leonida Tonelli, cambiando il suo cognome in Tonelli-Rondelli, che userà in tutte le sue pubblicazioni. Terminati gli studi, collaborò con i musei e gli istituti di geologia e zoologia dell’Università di Torino e iniziò i suoi contributi accademici traducendo in italiano il volume di zoologia di Rémy Perrier. Il principale contributo entomologico della dottoressa Tonelli-Rondelli è stato lo studio delle zecche ixodidi, in particolare delle specie sudamericane. È stata una delle prime ricercatrici a proporre che Amblyomma cajennense fosse un complesso di specie, ha descritto nuove specie di Amblyomma (A. latepunctatum e A. romitii) e ha verificato la validità di varie specie. Tuttavia, nel 1953, Aragão e Fonseca ritennero che il suo lavoro fosse errato, dichiarando che i caratteri morfologici usati come criteri differenziali erano dovuti alla variabilità intraspecifica tra i campioni. Di conseguenza, tutti i nomi tassonomici dati dalla Tonelli-Rondelli furono considerati sinonimi. Questo dibattito è continuato nel corso degli anni, ma nel 2013, Beati e colleghi hanno trovato differenze molecolari tra le specie incluse a quel tempo nel gruppo Amblyomma cajennense, separandole in sei gruppi geograficamente definiti. Il loro studio ha convalidato il lavoro della dottoressa Tonelli-Rondelli, concludendo che A. cajennense è un complesso di specie. Nel 2014, Nava e collaboratori hanno confermato alcune delle sue ipotesi tassonomiche relative a una selezione di specie di Amblyomma e hanno intitolato a lei una nuova specie di zecche: Amblyomma tonelliae.
La dottoressa Maria Tonelli-Rondelli morì nel 1970 senza sapere che le sue intuizioni basare su caratteri morfologici sarebbero state confermate dalla biologia molecolare.

post 07 mar 2023


Post del 6 marzo 2023
Il contributo delle donne all'entomologia medica: Maria Dora Feliciangeli. Dopo aver descritto il contributo di donne di tutto il mondo, oggi e domani illustreremo due piemontesi. La prima, Maria Dora Feliciangeli nacque nel 1940 a Borgomanero, in provincia di Novara. Durante e dopo la Seconda guerra mondiale frequentò le scuole elementari e medie a Rieti. Iscrittasi alla Sapienza di Roma, conobbe José Piñero, accademico dell'Università di Carabobo, che sposò nel 1963. Dopo la laurea in Scienze Biologiche, nel 1966, la Dottoressa Feliciangeli si trasferì in Venezuela, lavorando prima nel Servizio di Ecologia della Divisione Endemica Rurale, Scuola di Malariologia e Igiene Ambientale, e poi, nel 1972, insegnando all'Università di Carabobo. Nel 1976 divenne professoressa associata, per poi acquisire una cattedra. Nel 1977 si trasferì nel Regno Unito per il dottorato, che conseguì nel 1982, viaggiando avanti e indietro dal Venezuela, poiché era stata nominata coordinatrice del programma di parassitologia e coordinatrice della ricerca. I contributi della dottoressa Feliciangeli all'entomologia medica sono ampi, soprattutto nello studio della leishmaniosi e dei suoi vettori, descrivendone anche una nuova specie (Lutzomyia pseudolongipalpis), ma anche della malattia di Chagas e dei suoi vettori, identificandone uno (Rhodnius robustus) nel Venezuela occidentale. Alla dottoressa Feliciangeli sono stati conferiti numerosi riconoscimenti, tra cui il titolo di International Woman of the Year (1999) dall'Università di Cambridge. È anche classificata tra i migliori ricercatori dell'Università di Carabobo e considerata uno dei migliori entomologi medici dell’America Latina, con oltre 136 articoli pubblicati. Infine, a lei è stato intitolato un comitato specializzato dedicato allo studio degli artropodi di importanza medica all'interno dell'Incubatore scientifico venezuelano.
Dopo una vita di successi in entomologia medica, la dottoressa Maria Dora Feliciangeli è morta nel 2017, a Maracay, in Venezuela, all'età di 77 anni, lasciando il campo a una nuova generazione di professionisti e tirocinanti.

post 06 mar 2023


Post del 5 marzo 2023
Il contributo delle donne all'entomologia medica: una menzione speciale per Clara Louise Maass. Clara Maass nacque nel New Jersey nel 1876. A 17 anni si iscrisse alla scuola per infermiere del Newark German Hospital. Tre anni dopo aver conseguito il titolo, divenne caposala. Dopo aver lavorato come infermiera nell’esercito americano durante la guerra ispano-americana, si recò come volontaria nelle Filippine. Nel 1900, la signora Maass fece domanda per una chiamata per infermiere fatta dal dottor William Gorgas, ufficiale sanitario capo dell'Avana, e iniziò a lavorare all'ospedale Las Animas. Il dottor Gorgas stava studiando un vaccino contro la febbre gialla e a tal fine utilizzava zanzare infette per indurre malattie lievi tra individui non immuni. Nel 1901, all'età di 25 anni, l’infermiera Maass si offrì cinque volte volontaria. Ritenendo che non fosse immune, fu inoculata ancora una volta, utilizzando zanzare che erano state infettate dall'esposizione a un paziente che aveva mostrato una forma virulenta della malattia. Dopo circa 4 giorni, la Maass sviluppò febbre, brividi e mal di testa. Nel giro di poco tempo la sua malattia divenne grave ed emorragica, portandola alla morte il 24 agosto. I governi cubano e statunitense riconobbero il suo contributo alla scienza con due targhe e due francobolli. Inoltre, il Newark German Hospital fu ribattezzato Clara Maass Medical Center e nel 1976 fu accolta nella Hall of Fame dell’American Nurses Association. Gli esperimenti di febbre gialla su soggetti umani si conclusero con altre due morti, ma queste prove hanno fornito importanti osservazioni sulla malattia e l'opportunità di riflettere sull'uso dell'uomo nella ricerca. Alcuni dei medici coinvolti sono poi stati riconosciuti per il ruolo che hanno svolto nella comprensione e nel controllo della febbre gialla, ma anche il contributo dei volontari che hanno partecipato a questi esperimenti dovrebbe essere riconosciuto e onorato.

post 05 mar 2023


Post del 4 marzo 2023
Il contributo delle donne all'entomologia medica: María Cristina Ferro. Nata nel 1947 a Ipiales, in Colombia, María Cristina Ferro si laureò in Microbiologia all’università di Bogotá nel 1969, per poi entrare nel Gruppo di Entomologia dell'Istituto Nazionale della Salute della Colombia (INS), dove iniziò a condurre ricerche sui vettori della leishmaniosi. Nel 1976 si laureò in Parassitologia medica alla School of Hygiene and Tropical Medicine nel Regno Unito, lavorando con la xenodiagnosi del Trypanosoma cruzi. Al suo ritorno in Colombia, riprese il suo lavoro presso l'INS, coordinando il Laboratorio di Entomologia, che sotto la sua guida, dal 1994 al 2005, raggiunse l’eccellenza. La sua ricerca si è concentrata sui flebotomi della Colombia, studiandone distribuzione, biologia e genetica di varie specie e descrivendone di nuove (Lutzomyia torvida, L. falcata e L. tolimensis). In riconoscimento dei suoi numerosi contributi in questo campo, una nuova specie di Lutzomyia è stata nominata in suo onore: L. ferroae. Ha inoltre studiato le zanzare vettori dell'encefalite equina venezuelana e le cimici vettori della malattia di Chagas (triatomini). Per i suoi contributi, nel 2007 è stata nominata in suo onore una nuova specie di cimice triatomina, Belminus ferroae. Ha anche dato importanti contributi alla conoscenza dei ceratopogonidi (genere Culicoides) potenziali vettori di diversi microrganismi. Nella sua carriera ha pubblicato oltre cento articoli, diversi capitoli di libri, ha partecipato attivamente a diversi eventi scientifici nazionali e internazionali e ha collaborato con ricercatori di tutto il mondo. Nel 2007, l'INS le ha conferito l'onorificenza di "Ricercatrice emerita", in riconoscimento dei suoi studi. Per i suoi meriti scientifici e accademici ha ricevuto numerosi altri riconoscimenti.
In un omaggio alla dottoressa Ferro, dopo la sua morte avvenuta nel 2015, molti ricercatori hanno elogiato non solo la sua eccellenza accademica, ma anche il suo atteggiamento collaborativo e la passione per l'apprendimento e l'insegnamento.

post 04 mar 2023


Post del 3 marzo 2023
Il contributo delle donne all'entomologia medica: Natalia Aleksandrovna Filippova. Natalia Filippova nacque a Mosca nel 1930. I suoi anni universitari iniziarono nel 1947 presso la Facoltà di Biologia e Scienze del suolo dell'Università Statale di Mosca, ma il suo interesse per l'entomologia la portò a specializzarsi in questo campo sotto la guida dei professori Aleksei Zachvatkin, Evgenii Smirnov e Vladimir Beklemishev. I suoi studi universitari riguardarono l'identificazione degli stadi immaturi, la morfologia e la tassonomia delle zecche dure (ixodidi). Nello stesso anno della sua laurea (1955), il capo della Scuola russa di parassitologia invitò la dottoressa Filippova a studiare e rivedere la tassonomia delle zecche molli (argasidi) di importanza epidemiologica nel sud dell'URSS. Ciò portò alla pubblicazione di una monografia sugli argasidi della regione paleartica, che costituisce uno degli studi più rappresentativi e completi su questo gruppo. Dopo questo lavoro, la dottoressa Filippova si dedicò alla ricerca sulla biodiversità degli ixodidi nella taiga, concentrandosi sullo studio di Ixodes persulcatus. In questi studi, applicò la metodologia ontogenetica per migliorare la comprensione delle relazioni sistematiche tra le varie specie di ixodidi. I suoi contributi in tassonomia includono la descrizione di undici nuove specie di zecche. Data la rilevanza del suo lavoro, l’UNESCO scelse la dottoressa Filippova come capo-redattrice di una monografia collettiva dedicata agli ixodidi della taiga, compresa nel programma “Uomo e Biosfera”. Lei stessa fu autrice di circa il 30% degli argomenti. La dottoressa Filippova ha inoltre studiato la relazione tra Borrelia burdorferi, agente eziologico della malattia di Lyme, e specie delle zecche del “gruppo persulcatus”. Come riconoscimento dell'impatto dei suoi contributi, nel 1993 ha ricevuto la più alta onorificenza assegnata dall'Accademia Russa delle Scienze, la Medaglia d'oro E.N. Pavlovsky.
La dottoressa Filippova è morta a San Pietroburgo nel 2018.

post 03 mar 2023


Post del 2 marzo 2023
Il contributo delle donne all'entomologia medica: Rachel Galun. Rachel Galun nacque a Tel Aviv nel 1926. Dopo aver studiato biologia e agronomia alla Hebrew University di Gerusalemme, nel 1955 conseguì il dottorato di ricerca in fisiologia degli insetti ed entomologia medica al Dipartimento di Entomologia dell'Università dell'Illinois. Tra il 1948 e il 1952 lavorò come entomologa medica nelle forze di difesa israeliane e tra il 1956 e il 1977 fu a capo del dipartimento di entomologia presso l'Istituto israeliano per la ricerca biologica. Dal 1965 al 1975 insegnò entomologia medica e fisiologia degli insetti presso l'Università di Tel Aviv, la Facoltà di medicina di Haifa e l'Israel Institute of Technology di Haifa. Nel 1977 fu nominata professore di Zoologia presso l'Università Ebraica, dove fu capo del Dipartimento di Zoologia dal 1978 al 1982. Dal 1985 ha anche lavorato al Dipartimento di Parassitologia, e dal 1987 al 1993 ha prestato servizio come capo dell'Istituto di microbiologia presso la Hebrew University-Hadassah Medical School di Gerusalemme. La dottoressa Galun ha condotto ricerche su molti argomenti e pubblicato circa 170 articoli. Ha studiato la fisiologia degli insetti ematofagi e delle sanguisughe, valutato metodi di allevamento, testato e applicato radiazioni per il controllo dei vettori e testato attrattivi chimici usati come esche. I suoi contributi comprendono lo studio dell'ecologia e dell'epidemiologia di zecche, moscerini e zanzare e ha lavorato su varie specie di crostacei, imenotteri, falene, pulci e pidocchi. Tra le altre attività accademiche, ha organizzato seminari presso l'OMS, l’AIEA e l'International Center of Insect Physiology and Ecology di Nairobi. Ha inoltre partecipato e organizzato numerosi workshop e conferenze in diversi continenti, ha fatto parte di numerosi comitati editoriali ed è stata consulente ed esperta su argomenti relativi alla biologia e al controllo dei vettori.
La dottoressa Galun vive tuttora in Israele.

post 02 mar 2023


Post dell'1 marzo 2023
Il contributo delle donne all'entomologia medica: Jadwiga Złotorzycka. Jadwiga Złotorzycka era nata nel 1926 a Varsavia, ma crebbe a Leopoli. Nella sua adolescenza lavorò con il Dr. Rudolf Weigl a un progetto sul tifo, in seguito al quale, nel 1945, fu ammessa alla facoltà di scienze biologiche dell'Università di Wroclaw, dove ricevette la formazione che la portò a occuparsi di entomologia. Dopo la laurea, proseguì gli studi di dottorato incentrati sui pidocchi degli uccelli della Polonia. Nel 1972, la dottoressa Złotorzycka divenne capo del Dipartimento di parassitologia generale presso l'Università di Wroclaw, posizione che mantenne per 25 anni. La dottoressa Złotorzycka era un'esperta nella tassonomia dei pidocchi masticatori (mallofagi) e i suoi contributi più importanti si sono concentrati sulla biologia, morfologia e tassonomia delle specie parassite degli uccelli. Tuttavia, ha anche studiato i parassiti di varie specie di mammiferi. Complessivamente, la dottoressa Złotorzycka ha pubblicato quasi cento articoli scientifici, la maggior parte in polacco. Ha anche prodotto sei guide all'identificazione, un catalogo e una monografia sui mallofagi polacchi. Inoltre, pubblicò almeno 18 revisioni sistematiche e ampliò la collezione zoologica del Museo di Storia Naturale, depositando ben 717 esemplari di pidocchi di 124 specie. La dottoressa Złotorzycka ha inoltre descritto diverse nuove specie di pidocchi, come Lanicanthus aequalis e Menacanthus verecundus. In riconoscimento dei suoi numerosi contributi, diversi ricercatori le hanno dedicato nuove unità tassonomiche, come il genere Zlotorzyckiella, le specie Docophorulus zlotorzyckae e Pseudomenopon zlotorzyckae, le sottospecie Anatoecus icterodes zlotorzyckae e Saemundssonia platygaster jadwigae.
La dottoressa Jadwiga Złotorzycka è morta nel 2002.

post 01 mar 2023


Post del 28 febbraio 2023
Il contributo delle donne all'entomologia medica: Jane Brotherton Walker. Nata a Nairobi nel 1925, Jane trascorse parte della sua vita in Inghilterra, dove completò il liceo e la carriera universitaria all'Università di Liverpool. Nel 1949 tornò in Kenya per lavorare come ricercatrice presso l'Organizzazione per la ricerca veterinaria dell'Africa orientale. Nel 1966 accettò una posizione presso l'Istituto di ricerca veterinaria di Onderstepoort, in Sudafrica, dove ha continuato a lavorare fino al suo pensionamento ufficiale, nel 1990, sebbene abbia mantenuto attività di ricerca onoraria fino al 1998, quando la sua salute non le consentì più di proseguire. La dottoressa Walker fu un’eminente esperta di zecche, in particolare per quanto riguarda la tassonomia del genere Rhipicephalus e altre specie africane di Ixodidae, avendo al suo attivo 53 pubblicazioni scientifiche e cinque libri. “A Guide to the Brown Ticks of the World” si distingue come il suo contributo più importante. La dottoressa ha inoltre descritto 18 nuove specie di zecche. In queste pubblicazioni, le descrizioni dettagliate e i disegni al tratto, per lo più realizzati da lei stessa, dimostrano le sue capacità e completezza. I contributi della dottoressa Walker alla conoscenza delle zecche sono stati riconosciuti in molte forme dai suoi colleghi, ricevendo numerosi premi prestigiosi, tra cui la Elsdon Dew Medal, l'Agricultural Science and Technology Woman of the Year Award e il Theiler Memorial Trust Award. Inoltre, diverse specie di zecche sono state nominate in suo onore, come Ixodes walkerae, Argas walkerae, Rhipicephalus walkerae e Haemaphysalis walkerae. Fu, inoltre, molto apprezzata per il suo spirito gentile e collaborativo.
La dottoressa Jane B. Walker è morta in casa, a Pretoria, nel 2009, mentre si godeva il tè con il suo collega e allievo Ivan Horak.

post 28 feb 2023


Post del 27 febbraio 2023
Il contributo delle donne all'entomologia medica: Suor Monica Asman. Nata in Germania nel 1920, Monica Asman si trasferisce a Los Angeles con la sua famiglia quando era ancora bambina. Nel 1940 entrò nell’ordine delle Suore di San Francesco. Dal 1944 al 1962 fu insegnante in diverse scuole gestite dall'Ordine. Nel 1966 conseguì un dottorato di ricerca in genetica delle zanzare presso l'Università di Notre Dame, studiando le traslocazioni cromosomiche di Aedes aegypti. Nello stesso anno iniziò a lavorare come istruttrice presso il Dipartimento di Biologia dell'Università di Santa Clara, dove rimase fino al 1971. Nel 1968 entrò anche come Associate Research Entomologist a Berkeley, California, università dove lavorò per quasi 20 anni. Dopo il ritiro da Berkeley, aprì un centro per i poveri a Redwood City, sempre in California. In qualità di esperto di genetica delle zanzare, la dottoressa Asman ha prodotto più di 50 pubblicazioni. Mentre lavorava a Berkeley, svolse importanti ricerche su Culex tarsalis, vettore dell'encefalite di St. Louis e dell'encefalomielite equina negli Stati Uniti occidentali. Le sue indagini si sono concentrate sull'uso delle modificazioni cromosomiche come strumento per il controllo della popolazione introducendo l'infertilità nelle popolazioni selvatiche di zanzare (metodo di rilascio maschile sterile) o rendendole meno capaci di trasmettere malattie. Altri contributi rilevanti sono stati gli esperimenti condotti per determinare gli effetti delle radiazioni ionizzanti sullo sviluppo gonadico in diversi stadi di vita di Aedes aegypti e gli studi sulla genetica di Aedes sierrensis.
La dottoressa Monica Asman è morta in California nel 2016.

post 27 feb 2023


Post del 26 febbraio 2023
Il contributo delle donne all'entomologia medica: Ernestine Hogan Basham Thurman. Ernestine Hogan Basham nacque ad Atkins, in Arkansas, nel 1920. Dopo essersi laureata, nel 1944, la dottoressa Thurman entrò nel “programma di controllo della malaria nelle aree di guerra”, andando a guidare l'unità di identificazione delle zanzare a Turlock, in California. Fu lì che incontrò e sposò Deed C. Thurman, che poi accompagnò nel nord della Thailandia, entrambi come funzionari del servizio sanitario pubblico statunitense (USPHS). La dottoressa Thurman fu la prima donna ad essere assegnata a tale posizione. Alla morte del marito, la Thurman tornò negli Stati Uniti, dove iniziò a lavorare presso l’istituto di microbiologia del National Institutes of Health a Bethesda, nel Maryland, dove conseguì il dottorato di ricerca in entomologia. Trasferitasi a New Orleans, sposò Clyde Swartzwelder e iniziò a lavorare per la sezione di studio sulla medicina tropicale dell'USPHS. Ritiratasi dall'USPHS con il grado di capitano, divenne professore di patologia del Louisiana State University Medical Center. Dedicò i suoi ultimi anni al “Center for the Study of Women” della Tulane University, attivandosi per superare le barriere che bloccavano l'avanzamento delle donne nella scienza. Il lavoro della dottoressa Thurman riflette un interesse permanente per le zanzare e il controllo dei vettori. Indubbiamente, uno dei suoi contributi più importanti è stata la partecipazione alla fondazione del programma thailandese-americano di controllo della malaria. I risultati di questa iniziativa hanno portato a conoscere le zanzare della regione e a ridurre i casi di malaria, fornendo un modello per successivi programmi di controllo delle zanzare in altri paesi. Le onorificenze alla dottoressa Thurman includono la National Defense Service Medal.
Prima che la dottoressa Thurman morisse nel gennaio del 1987, in Virginia, aveva influenzato il campo dell'entomologia anche come attivista, esprimendo costantemente la necessità che le donne fossero istruite e più coinvolte nella scienza.

post 26 feb 2023


Post del 25 febbraio 2023
Il contributo delle donne all'entomologia medica: Ana Esther Hoffmann Mendizábal. “Anita” Hoffmann nacque a Puebla, in Messico, nel 1919. Suo padre, Carlos Cristian Hoffmann, era un entomologo e ricercatore tedesco che aiutò a fondare l'Istituto di Biologia presso l'Universidad Nacional Autónoma de México (UNAM) e introdusse la figlia alle scienze biologiche e all'entomologia già in tenera età. Dopo aver conseguito la laurea e il master in Biologia divenne assistente di ricerca all’UNAM. Nel 1944, accettò un'offerta dell'Istituto di sanità pubblica e malattie tropicali del Messico per lavorare lì sulla fisiologia e la riproduzione delle zecche infette da Rickettsiae. Completò la sua formazione in acarologia presso la Duke University e lo Smithsonian Museum. Tornata in Messico, la dottoressa Hoffmann continuò a studiare gli acari, in particolare i Trombiculidae, che era il gruppo su cui si era concentrata nella sua tesi di dottorato. Nel 1965 iniziò a tenere il primo corso di acarologia per dottorandi e fondò il primo laboratorio di acarologia in America Latina, di cui fu a capo fino al suo pensionamento. Nel 1974, la dottoressa Hoffmann fu invitata a insegnare zoologia degli artropodi all'UNAM, e nel 1975 ottenne una posizione di Professore a tempo pieno presso questa università, dove aprì un secondo laboratorio di acarologia che dal 1997 porta il suo nome. La dottoressa Hoffmann è stata una pioniera nello studio degli acari e degli aracnidi in Messico, sebbene abbia lavorato su una grande varietà di argomenti nei campi della parassitologia e dell'entomologia. Ha scritto oltre 130 articoli e 10 libri, descritto circa 60 taxa di acari, raccolto oltre 100.000 acari, 400 ragni, esemplari di 13 famiglie di diplopodi e chilopodi e vari altri ectoparassiti, donando questa collezione all'Istituto di Biologia dell'UNAM. In riconoscimento della sua carriera, almeno 40 specie sono state nominate in suo onore. Ha inoltre ricevuto moltissimi riconoscimenti scientifici in tutto il mondo.
La dottoressa Hoffmann è morta a Cuernavaca, nel 2007, dopo oltre 60 anni dedicati alla ricerca.

post 25 feb 2023


Post del 24 febbraio 2023
Il contributo delle donne all'entomologia medica: Elizabeth Nesta Marks. Nata nel 1918 a Dublino, Elizabeth frequentò prima la St. John's Cathedral Day School e poi, trasferitasi in Australia, la Glennie Memorial School. Nel 1935 si iscrisse all'Università del Queensland, laureandosi con lode in zoologia. Si specializzò quindi in entomologia, con particolare attenzione agli insetti di importanza medica e veterinaria, sotto la supervisione del dott. Ronald Hamlyn-Harris, entomologo della città di Brisbane e pioniere nel controllo biologico delle zanzare in Australia. Nel 1939 iniziò a lavorare al Museo di Patologia della scuola di medicina dell’università. Tra il 1942 e il 1944 in Australia ci fu una spinta attiva allo studio delle malattie trasmesse dalle zanzare a causa dell'esposizione delle truppe australiane a malattie nelle aree malariche della Nuova Guinea, di un'epidemia di dengue a Brisbane e di un'epidemia di malaria a Cairns. Questo scenario spinse il governo del Queensland a creare delle unità di controllo della malaria e un comitato di controllo delle zanzare. Nel 1943, la dottoressa Marks si trasferì al Dipartimento di Entomologia che la inviò a studiare in Inghilterra, dove completò con successo il suo dottorato di ricerca sulla fisiologia degli insetti. Nel 1951 tornò nel Queensland per continuare le sue ricerche. Quando il comitato di controllo delle zanzare fu chiuso nel 1973, la dottoressa Marks fu nominata entomologa principale del Queensland Institute of Medical Research, fino al suo ritiro, avvenuto nel 1983. La sua specializzazione principale era la tassonomia delle zanzare, arrivando a descrivere 38 nuove specie. Ma la dottoressa Marks ha anche seguito studi sui virus trasmessi da artropodi nel Queensland, caratterizzando e isolando ceppi di virus da zanzare catturate in natura.
Per le sue meritorie attività, ha ricevuto numerosi premi e onorificenze, prima di morire nel 2002.

post 24 feb 2023


Post del 23 febbraio 2023
Il contributo delle donne all'entomologia medica: Brouria Feldman‑Muhsam. Brouria Feldman nacque a Gerusalemme nel 1916. I suoi studi furono intrapresi in parte nella città natale e in parte in Svizzera, dove nel 1937 conseguì la laurea in biologia all'Università di Ginevra. Qui incontrò e sposò Helmut V. Muhsam, uno studente di dottorato in fisica che ebbe un incarico di facoltà presso l'Università Ebraica di Gerusalemme, dove la dottoressa Feldman-Muhsam tornò per poi conseguire il dottorato di ricerca in entomologia medica nel 1942. Due anni più tardi iniziò a lavorare come ricercatrice associata nel Dipartimento di Parassitologia della stessa università. Nel 1968 fu nominata capo del Dipartimento di Entomologia Medica e nel 1978 ottenne lo status di Professore di Parassitologia. Inoltre, è stata docente ospite presso varie università americane e membro del gruppo di esperti FAO sulle malattie del bestiame trasmesse dalle zecche. I suoi primi studi riguardarono mosche e zanzare, ma poi scelse di studiare le zecche. Durante la sua carriera scientifica ha pubblicato più di cento articoli: alcuni dei più importanti riguardano l'ecologia, la fisiologia e il comportamento di accoppiamento delle zecche. La dottoressa Feldman-Muhsam fu anche una straordinaria tassonomista. A questo proposito, la sua serie di revisioni sul genere di zecche Hyalomma è un buon esempio delle sue competenze. Fece anche diverse descrizioni originali, tra cui quelle sul genere e prima specie di Stigmacarus e su almeno otto specie di acari, nonché sul genere Adlerocistis. Almeno quattro specie sono state nominate in suo onore: Haemaphysalis muhsami, Rhipicephalus muhsamae, Eutrombidium feldmanmuhsamae e Kurosapolipus feldmanmuhsamae.
La dottoressa Feldman-Muhsam si spense a Gerusalemme nel 2008.

post 23 feb 2023


Post del 22 febbraio 2023
Il contributo delle donne all'entomologia medica: Ellinor Catherine Cunningham van Someren. Ellinor Catherine MacDonald nacque a Kampala, in Uganda, nel 1915 e frequentò la Iverness Royal Academy in Scozia. Nel 1940 sposò G. Robert Cunningham van Someren, un noto ornitologo che lavorava in Kenya e di cui assunse il cognome. Nel 1936, la signora van Someren fu nominata assistente di laboratorio nella Divisione delle malattie da vettore del Medical Research Laboratory di Nairobi, in Kenya, dove continuò a lavorare fino al 1973. Sebbene non avesse conseguito titoli accademici, la sua conoscenza della tassonomia e della biologia delle zanzare risultò chiaramente evidente dalle sue numerose pubblicazioni e attività, incluso il suo ruolo di consulente per l'OMS durante e dopo le epidemie di febbre gialla del 1962. La van Someren era soprattutto una rinomata tassonomista delle zanzare e i suoi contributi più importanti si concentrano sulle specie dell'Africa orientale. Complessivamente sono almeno 33 le specie e 3 le sottospecie descritte dalla van Someren. Le sono state inoltre dedicate due specie, una sottospecie e un sottogenere di zanzare. In riconoscimento del suo straordinario lavoro e dell'importanza dei suoi contributi, nel 1974 la Sig.ra van Someren ottenne una laurea honoris causa dalla Brunel University e fu nominata Membro dell'Ordine dell’Impero britannico.
Secondo le fonti ufficiali, Ellinor van Someren morì a Nairobi nel 1988.

post 22 feb 2023


Post del 21 febbraio 2023
Il contributo delle donne all'entomologia medica: Theresa Rachel Clay. Figlia di Sir George Clay, Theresa nacque nel 1911 e crebbe a Notting Hill. All'inizio della sua carriera, intraprese vari viaggi con un suo cugino, il colonnello e ornitologo Richard Meinertzhagen, con cui raccoglieva i pidocchi degli uccelli dalle collezioni esaminate. Dal 1935 la Clay partecipò a diverse spedizioni in giro per il mondo, prima come ricercatrice indipendente poi come entomologa del British Museum. Nel 1955 si laurea all'Università di Edimburgo e fu nominata curatrice della collezione Apterigota del museo londinese. Nel 1970 fu nominata vice curatrice di entomologia, posizione che mantenne fino al suo pensionamento, avvenuto nel 1975, anno in cui si sposò con Rodney Searight. Mentre lavorava al British Museum, la dottoressa Clay divenne un'autorità di fama mondiale sui pidocchi, raccogliendo esemplari da diverse regioni, come India, Pakistan, Himalaya, Trinidad, Guiana britannica e Malesia. Complessivamente, ha pubblicato circa 40 articoli, principalmente sui pidocchi masticatori, ma anche sui pidocchi succhiatori e altri animali. La dottoressa Clay è stata anche coautore di “Pulci, trematodi e cuculi; uno studio sui parassiti degli uccelli”, insieme a Miriam Rothschild. A oggi, il contributo più prezioso della dottoressa Clay all'entomologia medica è la checklist dei generi e delle specie di mallofagi pubblicata nel 1952, di cui fu coautrice con George Hopkins, prima lista completa su questi insetti. Il collega darà inoltre il nome di Clayia theresae a un nuovo genere e specie di pidocchi degli uccelli. Questa non è, tuttavia, l'unica specie dedicata alla Clay, poiché a lei sono dedicati altri insetti (Menopon clayae, Chinchillophaga clayae, Kelerimenopon clayae) e persino un uccello, il fringuello delle nevi afghano, che il cugino ornitologo chiamò Pyrgilauda theresae in suo onore.
La dottoressa Theresa Clay è morta nel 1995 a Sherborne, nel Dorset, all'età di 84 anni.

post 21 feb 2023


Post del 20 febbraio 2023
Il contributo delle donne all'entomologia medica: Miriam Louisa Rothschild. Nata nel 1908 a Northampton, in Inghilterra, Miriam non ricevette un'educazione accademica tradizionale, pur studiando vari aspetti della storia naturale. Tuttavia, per i suoi eccezionali sforzi di ricerca fu poi insignita di numerose lauree honoris causa dalle principali università europee. La sua spinta verso la scienza fu influenzata dal padre, Charles Rothschild, famoso entomologo e ambientalista. Durante la sua carriera, la dottoressa Rothschild ha pubblicato oltre 300 articoli scientifici. Uno dei suoi maggiori contributi all'entomologia medica è stata la creazione e la catalogazione della collezione Rothschild, nata come lascito del padre e seguita per oltre 30 anni. Questa raccolta non solo include campioni di parassiti ottenuti da luoghi e ospiti diversi, ma anche un database che include informazioni sulla distribuzione, le preferenze dell'ospite, il sesso e il dettaglio delle loro strutture. La dottoressa Rothschild ha dissezionato ed esaminato la struttura interna di oltre 600.000 sezioni di 32 specie di pulci! Una delle sue pubblicazioni più degne di nota, di cui è stata coautrice la dottoressa Theresa R. Clay (della quale parleremo in seguito), è stato il libro “Pulci, trematodi e cuculi; uno studio sui parassiti degli uccelli”, probabilmente il primo del suo genere. Inoltre, la dottoressa Rothschild è nota per le sue ricerche sul ciclo di vita della pulce del coniglio, sul meccanismo di salto sulla pulce del ratto orientale e per lo studio di composti chimici prodotti da vegetali e insetti. Oltre alle lauree honoris causa già menzionate, la dottoressa Rothschild ha ricevuto numerosi riconoscimenti e premi, ed è stata nominata Fellow della Royal Society e Dame Commander dell’Ordine dell’Impetro Britannico.
La dottoressa Miriam Rothschild è morta nel 2005, nella stessa città in cui era nata 96 anni prima, mentre stava ancora svolgendo operosamente attività di ricerca.

post 20 feb 2023


Post del 19 febbraio 2023
Il contributo delle donne all'entomologia medica: Maria V. Pospelova‑Shtrom. Nata nel 1902 nella Russia zarista, Maria Vladimirovna Pospelova fu influenzata nei suoi interessi da un padre entomologo. Dopo la laurea in scienze biologiche e il dottorato di ricerca, diresse il laboratorio di ricerca sulle zecche nel Dipartimento di Entomologia Medica dell'Istituto di Parassitologia di Mosca. Nel 1924 sposò Zhan Krishevich Shtrom, anche lui parassitologo, in seguito arrestato e morto durante le repressioni staliniste degli anni ’40. Le ricerche della dottoressa Pospelova-Shtrom furono principalmente indirizzate agli studi delle spirochetosi trasmesse dalle zecche. Negli anni condusse numerose indagini entomologiche in Asia Centrale per conoscerne la fauna argaside. Il materiale raccolto è stato la base per importanti studi relativi alla morfologia, all'ecologia, alla tassonomia e alla sistematica di queste zecche, che la portò a descrivere quattro nuove specie. La sua pubblicazione “Sul sistema di classificazione delle zecche della famiglia Argasidae è considerata uno dei suoi contributi più significativi. Un libro sulla sottofamiglia Ornithodorine e quattro monografie nel campo dell'acarologia rappresentano altri suoi importanti contributi all’entomologia medica. Significativo fu anche il suo contributo a definire gli standard per la gestione degli allevamenti di zecche in laboratorio. Nel suo ruolo di esperta nel campo della biologia delle zecche, la dottoressa Pospelova-Shtrom organizzò, con l'OMS, il primo incontro internazionale sulle zecche e le loro malattie, tenutosi in Svizzera. Allo stesso modo, la sua conoscenza ed esperienza le hanno permesso di svolgere un ruolo importante come mentore e insegnante supervisionando gli studenti laureati. Alla luce dell'importanza dei suoi contributi nel campo della biologia delle zecche, le è stata dedicata una specie, Haemaphysalis pospelovashtromae.
La dottoressa Pospelova-Shtrom è morta a Kiev nel 1991.

post 19 feb 2023


Post del 18 febbraio 2023
Il contributo delle donne all'entomologia medica: Gertrud Theiler. Nata nel 1897 a Pretoria, in Sudafrica, Gertrud era figlia di Arnold Theiler, famoso veterinario che con i suoi studi su zecche e acari ispirò la figlia. Dopo essersi laureata al South African College, si occupò di elminti nel suo master all'Università svizzera di Neuchâtel e poi alla Liverpool School of Tropical Medicine e alla London School of Tropical Medicine. Tornata in Sud Africa nel 1924, la dottoressa Theiler insegnò prima all'Huguenot College e poi, nel 1939, al Rhodes University College. Nel 1940 si dimise per accettare un posto di ricercatrice in Entomologia a Onderstepoort, Pretoria. La sua ricerca si concentrò principalmente su zecche e acari. A causa della mancanza di chiarezza nel gruppo Amblyomma marmorenum, si mise a studiare queste zecche in collaborazione con Louis Salisbury, caratterizzandone gli stadi di vita libera e parassitaria su più ospiti, come tartarughe e pitoni. Il suo lavoro incluse anche un aggiornamento della descrizione, dell'elenco degli ospiti e della distribuzione delle specie africane di Rhipicephalus meno conosciute. Inoltre, studiò diverse specie di Hyalomma, realizzando accurate mappe di distribuzione in Africa. I suoi interessi includevano anche la specificità dell'ospite, principalmente per le zecche degli uccelli, analizzando le associazioni specifiche, come per Argas persicus con il pollame domestico. Col tempo, i suoi studi sulla specificità della zecca ospite si sono estesi ad altri gruppi, come mammiferi e rettili. La dottoressa Theiler entrò poi a far parte dello staff del Veterinary Research Institute, contribuendo al suo sviluppo. Sfortunatamente, i suoi studi e le sue ricerche dovettero essere interrotti a causa della perdita dell'udito e della vista.
Gertrud Theiler è morta a Città del Capo, in Sudafrica, nel 1986, in compagnia della sua cara amica Andria van Gass, con la quale ha trascorso gli ultimi anni della sua vita.

post 18 feb 2023


Post del 17 febbraio 2023
Il contributo delle donne all'entomologia medica: Mabel J. Mackerras. Nata nel 1896 in Australia, Mabel era figlia di Thomas Bancroft, medico e naturalista noto per lo studio del ciclo vitale delle filarie nei loro vettori, che la introdusse alla storia naturale. Laureatasi prima in scienze all'Università del Queensland (1918) e poi in medicina in quella di Sydney (1924), nel 1924 sposò Ian Murray Mackerras, anch'egli medico, di cui adotta il cognome. All'inizio della sua carriera, lavorò come assistente entomologo nella Divisione di entomologia economica del Consiglio per la ricerca scientifica e industriale a Canberra. Allo scoppio della Seconda guerra mondiale si dimise per arruolarsi nell'unità di ricerca medica del 2nd Australian Imperial Force. Dopo la guerra, entrò nel Queensland Institute of Medical Research come parassitologa. Nel corso della sua carriera, la dottoressa Mackerras pubblicò oltre 80 articoli su diversi argomenti. Tra i suoi contributi più rilevanti nel campo dell'entomologia medica ci sono le sue ricerche sulla malaria svolte nel corso della guerra. In collaborazione con il marito, revisionò la tassonomia dei simulidi. Durante un'epidemia di salmonellosi, scoprì il ruolo degli scarafaggi come fonte di batteri negli ambienti ospedalieri. In collaborazione con il professor Harvey Johnston, pubblicò diversi articoli su, mosche, tafani e zecche bovine. Allo stesso modo, ha svolto un ruolo importante nella raccolta e classificazione delle zanzare australiane per trovare il vettore del virus dell'encefalite della Murray Valley, ricerca che ha portato all'isolamento del virus da campioni di Culex ermutirostris.
La dottoressa Mackerras è morta a Canberra nel 1971, dopo aver ricevuto numerosi riconoscimenti.

post 17 feb 2023


Post del 16 febbraio 2023
Il contributo delle donne all'entomologia medica: Alwen Myfanwy Evans. Nata nel 1895 a Stockport, in Inghilterra, Alwen si laureò in entomologia all'Università di Manchester e iniziò la sua eccezionale carriera scientifica nel 1918, quando iniziò a lavorare alla Liverpool School of Tropical Medicine. Lì fu promossa e nel 1921 divenne la prima docente donna della scuola presso il Dipartimento di Entomologia, studiando le mosche tse-tse e specializzandosi in insetti tropicali. Cinque anni dopo, visitò vari paesi africani. Tornata in patria, conseguì il dottorato di ricerca con una tesi intitolata “Una breve guida illustrata delle Anofeline tropicali e sudafricane”. A partire dai risultati delle sue spedizioni in Africa, è stata in grado di intraprendere rilievi e identificare gli insetti della Sierra Leone e del Kenya. I disegni descrittivi realizzati dalla Dottoressa Evans che contraddistinsero la sua carriera sono talmente accurati da essere utilizzati ancora oggi per scopi didattici, continuando a sbalordire gli studenti e i ricercatori. Un esempio si può apprezzare nella sua monografia di fama mondiale "The Mosquitoes of the Ethiopian Region", che include abitudini, luoghi di riproduzione, le associazioni con la malaria e la distribuzione delle anofeline della regione. Poiché le anofeline sono responsabili della trasmissione vettoriale dei plasmodi, uno degli obiettivi della Evans era quello di stabilire un punto di partenza per altri ricercatori per scoprire metodi di controllo per le malattie trasmesse dalle zanzare. Nel 1926, Jean Brèthes, descrisse una specie argentina che chiamò in suo onore Anopheles evansae.
La dottoressa Evans visse purtroppo una vita breve, morendo di polmonite nel 1937, pochi giorni dopo aver completato la monografia che include le registrazioni scritte di tutto il lavoro della sua vita, che fu pubblicata l’anno successivo.

post 16 feb 2023


Post del 15 febbraio 2023
Il contributo delle donne all’entomologia medica: Muriel Robertson. Nata a Glasgow nel 1883, frequentò l’università della sua città dove, sotto l'influenza del professor Kerr, iniziò a studiare i cicli di vita dei protozoi, e si laureò nel 1905. Nel 1907, l’ormai dottoressa Robertson si trasferì a Ceylon per studiare i parassiti ematici dei rettili, con particolare attenzione ai tripanosomi. Tornata in patria nel 1908, l’anno successivo si trasferì a Londra per lavorare al Lister Institute of Preventive Medicine. Da inizio secolo, la Royal Society inviava in Uganda delle commissioni per studiare la malattia del sonno. Considerando la sua esperienza negli studi sui tripanosomi, la Robertson fu nominata Protozoologa del Protettorato dell'Uganda, un evento eccezionale per una giovane donna nel 1911, a indicare l’elevata reputazione che il suo lavoro si era già guadagnato e l'opinione sulla sua forza di carattere. In Uganda, la dottoressa Robertson studiò lo sviluppo e il ciclo di vita del Trypanosoma gambiense nella mosca tse-tse e nel sangue umano, facendo scoperte rivoluzionarie, come le fluttuazioni del numero di tripanosomi presenti nel sangue, il polimorfismo dei parassiti e come questi fattori influenzino l'esito dell'infezione nel vettore. Fornì anche la prova che un "tipo" specifico di tripanosoma era responsabile della continuazione del ciclo di vita nell'ospite invertebrato e scoprì i fattori che interferiscono con l'infezione delle mosche tse-tse. Nel 1914, la dottoressa Robertson tornò al Lister Institute, dove rimase fino al 1961, occupandosi di parassitologia e, in seguito all’aumento dei casi di cancrena gassosa dovute alle guerre mondiali, anche di batteriologia. I suoi meriti furono riconosciuti nel 1947 quando fu eletta Fellow della Royal Society, diventando l'ottava donna ad aver ricevuto questo onore e, in seguito, le furono conferite numerose altre onorificenze.
La dottoressa Muriel Robertson morì a Limavady, nell'Irlanda del Nord, nel 1973.

post 15 feb 2023


Post del 14 febbraio 2023
Il contributo delle donne all'entomologia medica: Clara Southmayd Ludlow. Nata nel 1852 in Pennsylvania, Clara mostrò un precoce interesse per la musica diplomandosi al New England Conservatory of Music nel 1879. In seguito, però, frequentò il Mississippi Agricultural and Mechanical College dove iniziò a interessarsi di zanzare sotto la guida del suo professore di biologia, George Herrick, valente studioso della febbre gialla. Dopo la laurea, conseguita nel 1901, Clara andò a trovare suo fratello nelle Filippine, dove lavorava con le forze armate statunitensi. Qui incontrò il Dr. Calvert, che rimase stupito dal suo interesse per le zanzare e la febbre gialla, tanto da convincere il colonnello Pope a ordinare agli ufficiali medici di raccogliere campioni di zanzare e inviarli, per essere esaminati, dalla dottoressa Ludlow. Tornata negli USA e trasferitasi a Washington, Clara iniziò a lavorare presso l'Army Medical Museum e a frequentare la George Washington University dove, nel 1908, conseguì il dottorato di ricerca e insegnò fino al 1911. Nel 1920, fu promossa a entomologo capo presso l'Army Medical Museum, posizione che mantenne fino alla sua morte, avvenuta nel 1924, diventando un'esperta tassonomista delle zanzare e pubblicando oltre 50 articoli scientifici. Alcuni dei suoi lavori più rilevanti si concentrano sulla descrizione delle specie di zanzare. Tra le altre cose, rilevò la presenza della zanzara tigre nelle Hawaii e descrisse per prima l’Anopheles perplexens, in Pennsylvania. Ha lavorato sulle zanzare delle Indie settentrionali e occidentali e delle Isole Filippine, dove ha descritto quelle zanzare che fungono da vettori di malattie, nonché i cicli di vita e le preferenze riproduttive di diverse specie. La dottoressa Ludlow fu inoltre la prima donna e il primo non medico a diventare membro dell'American Society of Tropical Medicine and Hygiene (1908).
Nel 2016, questa prestigiosa istituzione ha creato la "Medaglia Clara Southmayd Ludlow", concessa a chi, con il proprio lavoro, con ispirazione, spirito pionieristico e nonostante gli ostacoli ha fatto progredire la medicina tropicale.

post 14 feb 2023


Post del 13 febbraio 2023
Il contributo delle donne all'entomologia medica. Nel corso della storia, mentre lottavano per la parità dei loro diritti e per il riconoscimento dei loro meriti, le donne sono state attivamente coinvolte nel progresso scientifico. Fino alla prima metà del XX secolo alle donne erano infatti precluse gran parte delle carriere scientifiche. Nonostante questo difficile contesto, molte donne sono riuscite a contribuire significativamente al progresso scientifico e ora ciò viene finalmente riconosciuto.
Il campo dell'entomologia medica è intrinsecamente interdisciplinare, concentrandosi su insetti e altri artropodi che influenzano la salute umana, con input principalmente dalle scienze biologiche e mediche e una forte prospettiva di salute pubblica. Nel corso dei decenni sono state pubblicate diverse recensioni e capitoli di libri che descrivono la storia dell'entomologia medica, ma in queste pubblicazioni sono menzionate poche donne, anche se sono molte quelle che hanno contribuito anche in questo campo.
In vista della festa dell’8 marzo, pubblicheremo ogni giorno una breve bibliografia di 22 donne che nella loro vita hanno fornito contributi significativi allo sviluppo dell’entomologia medica in vari modi e in diverse regioni del mondo. L'elenco comprende donne di diversa estrazione, nate tra la fine del XIX e la metà del XX secolo ed è stato compilato da un gruppo di ricercatrici e ricercatori della Sezione di Entomologia Medica dell’Università del Costa Rica (foto). Questa raccolta, lungi dall'essere esaustiva, mira a identificare modelli ed esempi di donne straordinarie per motivare l’evoluzione futura di questo campo.
A domani con la prima biografia!

post 13 feb 2023


Pagina aggiornata a febbraio 2024