09/04/2018 - La relazione dell’European Commission JRC sulla minaccia rappresentata dalla diffusione degli arbovirus

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Oggi cerchiamo di riassumere per voi i risultati di una recente relazione dell’European Commission Joint Research Centre redatta allo scopo di sensibilizzare governi e cittadini europei sulla minaccia rappresentata dalla diffusione degli arbovirus, ossia di quei virus diffusi e trasmessi da artropodi vettori, principalmente zecche e zanzare.

Spinti dai cambiamenti climatici, trasportati con i viaggi e i commerci internazionali, insetti e altri artropodi in grado di trasmettere malattie si stanno diffondendo in ogni parte del mondo.
Questo significa che sempre più esseri umani sono esposti al rischio di contrarre infezioni virali come dengue, chikungunya, Zika, West Nile, febbre gialla o encefalite da zecca (TBE). Per molte di queste malattie non esistono vaccini o specifici farmaci: la prevenzione resta l’arma più efficace, ma servono professionalità e investimenti adeguati. La relazione parte da alcuni dei casi più indicativi tra quelli avvenuti negli ultimi decenni.

1) Molte zanzare del genere Aedes sono in grado di diffondere diversi arbovirus e possono moltiplicarsi agevolmente negli ambienti urbani a causa della mancanza di predatori naturali e della disponibilità di cibo e habitat in cui riprodursi. Sono vissute per millenni in Africa e Asia meridionale ma nell’ultimo secolo si stanno sempre di più diffondendo in molte aree del globo. Di recente sono arrivate in molti Paesi europei e americani, soprattutto a causa del commercio e dei viaggi internazionali. La loro diffusione rappresenta un problema per la salute pubblica poiché sono difficili da eradicare e da contenere.

2) Il virus responsabile della TBE è stato ormai trovato in diversi paesi europei, tra cui Austria, Repubblica Ceca, Germania, Lituania, Polonia, Slovacchia, Svezia e, più recentemente, Paesi Bassi. Uno dei principali vettori di questo virus, la zecca Dermacentor reticulatus, si sta rapidamente diffondendo in tutta Europa, è resistente al freddo e può addirittura vivere sott'acqua per diversi mesi. Gli esseri umani possono infettarsi non solo dalla puntura di una zecca infetta, ma anche dal consumo di prodotti a base di latte non pastorizzato, che non rispettano gli standard di sicurezza europei, derivanti da animali infetti. Fortunatamente, esiste già un vaccino.

3) Il virus Zika ha ricevuto molta attenzione a causa della sua associazione con disturbi neurologici e con la microcefalia perinatale. Identificato per la prima volta nel 1947 nella foresta di Zika in Uganda, la sua diffusione è una seria preoccupazione data la crescente presenza di uno dei suoi vettori, la zanzara tigre, nelle zone temperate, tra cui Europa e America. La prima epidemia di Zika è stata riportata nel 2007 in Micronesia (Oceania). Da lì si è diffusa alla Polinesia francese e al Brasile, dove nel 2015 ha infettato oltre un milione di persone.
Più di 80 paesi in tutto il mondo hanno confermato casi autoctoni della malattia. Non esiste, allo stato attuale, un vaccino approvato né un trattamento medico specifico.

La relazione prosegue descrivendo e discutendo i vari metodi che sono stati usati per controllare la diffusione delle zanzare, inclusi insetticidi, trappole attrattive, modificazione genetica, bonifica territoriale e sorveglianza degli habitat. Attualmente, i metodi più sicuri, efficaci e facilmente disponibili sono rappresentati dalle trappole (utili solo per aree relativamente piccole), le zanzariere e le operazioni di riduzione dei potenziali siti di riproduzione (piccole raccolte di acqua stagnante).

Mentre il team di ricerca che ha condotto questo studio invoca un miglior controllo delle popolazioni di zanzare, avvisa anche che rimuoverle completamente dall’ecosistema sarebbe una scelta poco saggia: sono parte della catena alimentare ed efficienti impollinatrici. Eliminarle completamente potrebbe avere effetti negativi sulla natura e, di conseguenza, sull’uomo

Per ulteriori notizie, leggere la relazione completa "Toward Climate Change Impact: Vectors carrying viral infection. What we should know".   

 

Pagina aggiornata ad aprile 2018