Zanzara tigre (Aedes albopictus)


GENERALITA'

La zanzara tigre (nome scientifico Aedes albopictus) si distingue dalla zanzara comune essenzialmente per la colorazione: l'adulto è nero con striature bianche su tutto il corpo, in particolare sulle zampe, sul torace e sul capo. Le dimensioni sono comprese tra i 4 e i 10 mm a seconda di quanto ha potuto nutrirsi la larva.

E' una specie originaria delle foreste tropicali del sud-est asiatico, da dove nel corso di pochi decenni, a partire dalla seconda metà del XX secolo, ha colonizzato buona parte delle regioni temperate e tropicali del globo.
La sua diffusione è principalmente dovuta al trasporto accidentale di uova deposte all'interno di manufatti oggetto di commerci internazionali, come i copertoni usati.


CICLO BIOLOGICO

Il ciclo biologico della zanzara tigre è simile a quello delle altre zanzare.

Alcuni giorni dopo un singolo pasto di sangue, necessario alla maturazione delle uova, le femmine cercano un sito adatto per ovideporre, costituito di norma dalle pareti interne di un recipiente contenente o che ha contenuto acqua stagnante. La maggior parte delle uova viene deposta pochi millimetri più in alto dell'esistente pelo dell'acqua, dove restano in attesa di un innalzamento di livello. Ogni femmina può arrivare a deporre fino a 100 uova (in media una sessantina) per ciascun ciclo gonotrofico, avendo cura di non deporle tutte nello stesso focolaio. Nei periodi più favorevoli dal punto di vista climatico il ciclo si ripete ogni 3-5 giorni. Ogni esemplare vive in genere dalle 2 alle 4 settimane, pungendo ed ovideponendo numerose volte.

ciclo zanzara tigre


La schiusa avviene quando le uova vengono sommerse, per esempio in occasione di una pioggia. Le uova sono in grado di superare lunghi periodi asciutti in stato quiescente. Come per le altre zanzare, dalle uova nascono delle larve acquatiche che, attraverso 4 stadi di crescita, separati da mute, raggiungono lo stadio di pupa. La zanzara adulta sfarfalla dopo circa 48 ore, abbandonando la spoglia della pupa (esuvia) nell'acqua. Alle nostre latitudini l'intero ciclo di sviluppo può durare da 10 giorni a più settimane, a seconda della temperatura.

Circa 48 ore dopo lo sfarfallamento maschi e femmine sono in grado di accoppiarsi. Subito dopo, la femmina può effettuare il suo primo pasto di sangue, mentre il maschio, esaurita la propria funzione riproduttiva, sopravvivrà solo pochi giorni durante i quali non si nutrirà mai di sangue. Sia maschi che femmine traggono l'energia necessaria alla loro vita da succhi zuccherini di origine vegetale.


COME SI DIFFONDE

La chiave della sua diffusione, oltre alla capacità di quiescenza delle uova durante i periodi asciutti, è dovuta al fatto che sono sufficienti piccolissime raccolte d'acqua per il suo sviluppo. La zanzara tigre si sposta attivamente per poco più di un centinaio di metri dal focolaio di sviluppo, anche se in particolari condizioni di umidità e ombra, è in grado di effettuare spostamenti più ampi.

Più importante è il trasporto passivo, ad esempio chiusa all'interno dell'abitacolo di un'automobile o, allo stadio di uovo, all'interno di uno pneumatico fuori uso, grazie al quale può spostarsi in luoghi anche molto lontani da quelli di origine.

Quando si insedia in un territorio, la zanzara tigre si diffonde gradualmente, spostandosi in modo eterogeneo, con densità diverse a seconda delle condizioni ambientali e impiegando anche anni per colonizzare completamente un'area urbana. Quando ne viene avvertita la presenza, la colonia è spesso già saldamente radicata nel territorio.

Alle nostre latitudini il periodo favorevole allo sviluppo della specie è aprile-ottobre. La massima densità della popolazione adulta si osserva generalmente tra metà agosto e metà settembre. In zone più temperate o nelle abitazioni, e in questo caso anche in Italia, si possono osservare esemplari adulti tutto l'anno.


ABITUDINI E HABITAT

L'attività della zanzara tigre è prevalentemente diurna e varia a seconda degli ambienti.

La zanzara tigre punge soprattutto all'aperto, ma quando l'infestazione è elevata non è raro rinvenire adulti attivi anche all'interno delle abitazioni. Predilige nutrirsi sui mammiferi, mostrando un elevato grado di antropofilia, ma se questi non sono disponibili può pungere uccelli e altri animali. Usualmente vola nei pressi del suolo e infatti piedi e caviglie sono spesso le zone più attaccate. I principali luoghi di riposo degli adulti si trovano tra la vegetazione bassa (siepi, erba alta, cespugli), dove le femmine si riparano a digerire i pasti di sangue. Nel suo ambiente originario (foreste del sud-est asiatico) i siti di sviluppo si trovano nelle raccolte d'acqua che si formano nelle cavità degli alberi o delle rocce e tra le foglie o i fiori di alcune piante, come le bromeliacee. Con l'urbanizzazione delle sue aree d'origine, la zanzara tigre ha sostituito i siti di sviluppo naturale con analoghe raccolte d'acqua artificiali che ha poi ritrovato in tutte le aree che ha successivamente colonizzato in giro per il mondo.
Al contrario di molte altre specie, la zanzara tigre non colonizza larghi specchi di acqua stagnante, come stagni, paludi, fossi e risaie, ma piccole raccolte di acqua stagnante che possono essere presenti anche all'interno di orti e giardini privati.

Ecco alcuni esempi di siti di sviluppo larvale riscontrabili nelle nostre città:

  • sottovasi;
  • recipienti per fiori recisi, piante in radicazione o in idrocoltura;
  • bacinelle, giocattoli, barche, secchi, piccoli recipienti, bottiglie, barattoli ecc. lasciati alla pioggia;
  • fusti, bidoni e cisterne di raccolta delle acque presenti negli orti e nei cantieri;
  • sacche d'acqua che si formano nei teli di plastica lasciati all'aperto;
  • pneumatici usati stoccati all'aperto;
  • caditoie, pozzetti e griglie di scolo dotate di sifone;
  • vasche ornamentali prive di limitatori naturali (es. pesci);
  • abbeveratoi poco o scarsamente utilizzati;
  • grondaie otturate;
  • piscinette e WC in disuso.

 


RISCHI SANITARI

Le punture di Aedes albopictus procurano gonfiori e irritazioni persistenti, pruriginose o persino emorragiche. Si tratta di un insetto molto aggressivo, che punge prevalentemente durante il giorno aumentando il fastidio arrecato. Uno dei danni maggiori sino ad ora associati alla presenza di zanzara tigre è il suo impatto sulle abitudini di vita della popolazione delle aree fortemente infestate. La sua presenza in numerosi focolai può quindi arrivare a modificare le abitudini delle persone rendendo difficile, specialmente ai bambini e agli anziani, la vita all'aperto nelle ore fresche della giornata, proprio quelle più piacevoli durante la stagione calda. In alcune aree del mondo la zanzara tigre è un vettore di malattie, soprattutto virali, tra cui dengue, chikungunya e alcune encefaliti d'interesse medico o veterinario.

In Italia questi agenti patogeni non sono presenti, ma possono essere importati da viaggiatori provenienti dalle aree endemiche. È quello che è ad esempio accaduto nell'agosto del 2007 in Emilia-Romagna e nel 2017 in Lazio e Calabria, quando sono stati notificati diversi casi di trasmissione autoctona del virus chikungunya, da parte di zanzara tigre.

Più recentemente, popolazioni italiane di zanzara tigre hanno provocato piccole epidemie di dengue in Veneto (una decina di casi nel 2020), Lombardia (una quarantina di casi nel 2023) e Lazio (una quarantina di casi nel 2023).


GLOSSARIO DELLA PAGINA

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C

Ciclo gonotrofico. Intervallo tra due successive deposizioni di uova o tra i due relativi pasti di sangue.

T

Trasmissione autoctona. Infezione acquisita localmente, in genere in riferimento ad un patogeno abitualmente non presente nell'area in questione ma eccezionalmente importato attraverso un serbatoio (es. uomo) infettatosi in un paese in cui è endemico. La trasmissione autoctona può avvenire tramite un vettore competente (es. zanzara tigre per il virus chikungunya) o per altre vie (es. trasfusioni).


Pagina aggiornata a marzo 2024. Links verificati il 6 marzo 2024.