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Pillola video n. 2 del 2024 - Il protocollo operativo regionale per i casi di dengue.
Ogni anno, alcune centinaia di viaggiatori rientrano in Italia dopo aver contratto il virus che provoca la dengue o altri virus trasmissibili dalla zanzara tigre.
Per evitare che questi virus si possano diffondere anche in Italia, le regioni attivano un protocollo di emergenza.
In Piemonte, il Servizio di riferimento Regionale di Epidemiologia per la sorveglianza, la prevenzione e il controllo delle Malattie Infettive, le ASL, l'Ipla e i Comuni operano in sinergia per la sua applicazione.
Come? Il seguente video lo illustra in pochi minuti.

"Lotta alle zanzare: il protocollo operativo regionale per i casi di dengue"


Pillola video n. 1 del 2024 - La protezione individuale.
Quando, per vari motivi, gli interventi per la rimozione dei focolai larvali, i trattamenti larvicidi e quelli adulticidi non sono stati sufficienti a limitare la proliferazione delle zanzare, la protezione individuale è l'ultima barriera che ci permette di difenderci da questi temibili insetti.
È quindi importante conoscere bene anche quest'arma, soprattutto dove e quando alle punture di zanzara sono correlati dei rischi per la salute.
Nel seguente video diamo alcuni importanti consigli su come proteggerci adeguatamente.

"Lotta alle zanzare: la protezione individuale"


Pillola video n. 9 del 2023 - In conclusione, un appello a tutti i cittadini.
Nella nona e ultima "pillola" del 2023 si traggono le conclusioni e si termina la serie di video ricordando a tutti che senza l'impegno di ciascuno non è possibile ottenere dei risultati apprezzabili in termini di riduzione delle zanzare. Con queste “pillole” abbiamo fatto un viaggio nel quale abbiamo imparato come si combattono le zanzare.
Ricordiamo che per farlo serve anche una macchina all'avanguardia che lavora per la tutela dei cittadini, una macchina organizzativa molto molto grande: molte decine di tecnici che lavorano ogni giorno in tutto il territorio piemontese e in particolare all'interno dei comuni che aderiscono ai progetti, cui si aggiungono gli operatori delle ditte incaricate che intervengono in ogni situazione necessaria. Una macchina che interviene anche quando c'è la necessità di evitare la diffusione di malattie dovute alla presenza delle zanzare. Quindi una complessità organizzativa che IPLA ha imparato ad affrontare in 15 anni di esperienza. Ma non dobbiamo dimenticare che il ruolo attivo dei cittadini e delle cittadine è importantissimo, perché IPLA può intervenire sul territorio pubblico, ma sappiamo che circa il 70% dei focolai larvali è sul territorio privato, nelle nostre case, i nostri giardini, i nostri orti e quindi la collaborazione dei cittadini, attraverso le loro "buone azioni" per evitare la riproduzione delle zanzare, è qualcosa di assolutamente necessario per arrivare all'obiettivo. E ricordiamo che tutte le informazioni utili, anche di tipo scientifico, le potete trovare proprio sul sito IPLA dedicato al tema zanzare.

"Lotta alle zanzare: in conclusione, un appello a tutti i cittadini"


Pillola video n. 8 del 2023 - La lotta adulticida.
Quando la lotta larvicida non può dare, per diversi motivi, i risultati sperati e le zanzare presenti creano gravi disagi o minacciano la salute pubblica, ci si affida alla lotta adulticida, che però non è mai selettiva come quella larvicida e pertanto il suo impiego è fortemente limitato.
La lotta alle zanzare è un Progetto abbastanza complicato, perché bisogna colpire le zanzare in vari momenti di sviluppo della zanzara, dalla larva fino all'adulto. Qui, come vedete, siamo in un parco dove saranno fatti dei trattamenti adulticidi (adulticida significa contro gli adulti di zanzara). Vengono utilizzati prodotti a basso impatto ambientale e in totale sicurezza, sia per gli operatori sia per la popolazione. Di solito sono trattamenti che vengono eseguiti o la mattina prestissimo, di notte o a sera inoltrata. Viene generalmente irrorata la vegetazione, soprattutto nei primi 4-5 metri dal livello del terreno, proprio per colpire l'adulto di zanzara che lì si rifugia. Negli ultimi anni la zanzara tigre è molto diffusa in città e questi trattamenti agiscono in particolar modo contro questa specie. Ad esempio, quando ci sono feste o sagre, spesso vengono fatti questi interventi per "proteggere" l'evento. Quindi nei due, tre giorni precedenti, viene fatto questo trattamento per rendere un po' più vivibile l'area e dare un po' di sollievo alla popolazione.

"Lotta alle zanzare: la lotta adulticida"


Pillola video n. 7 del 2023 - La lotta larvicida nei focolai rurali.
In questa "pillola" vi parliamo dei trattamenti larvicidi in ambito rurale, che vengono fatti con l'impiego di prodotti biotecnologici a bassissimo impatto ambientale. Accanto ai trattamenti in ambito urbano, ci sono anche quelli nell'ambiente rurale, che riguardano specie di zanzare differenti rispetto a quelle che si trovano comunemente in città, ma che si differenziano per coprire distanze maggiori in volo e quindi possono raggiungere i centri abitati vicini. Per questo c'è un’attenzione particolare per trattare, ad esempio i fossati di irrigazione, le marcite, i prati che si possono allagare, in modo tale da evitare che queste specie una volta sviluppatesi e raggiunto lo stadio adulto raggiungano la città.
Qui, ad esempio, stiamo trattando le larve che si possono trovare con una certa frequenza nell'acqua stagnante. In questi casi si usa sempre un prodotto biologico, a base di Bacillus thuringiensis israeliensis, in modo da non creare problemi per eventuali altri animali, tipo pesci o rane, che popolano gli stagni o i fossi. Qualora anche un animale domestico dovesse toccare l'acqua trattata, nessun problema. Questa è una cosa importante per chi volesse fare dei trattamenti in ambito domestico: si dovrebbe premurare di utilizzare prodotti biologici, molto meno tossici di quelli impiegati per i trattamenti adulticidi.

"Lotta alle zanzare: la lotta larvicida nei focolai rurali"


Pillola video n. 6 del 2023 - La lotta larvicida nei focolai urbani.
In questa e nelle prossime due "pillole" illustriamo i principali metodi di lotta alle zanzare applicati dal Progetto Regionale attraverso una serie di Progetti Locali e, in caso di emergenza sanitaria, in qualsiasi zona del Piemonte.
In questa "pillola" parliamo, in maniera sintetica, della lotta larvicida in ambito urbano. Siamo in un ambiente particolare: all'interno di un cimitero, non a caso. Perché ci troviamo qua? Nei cimiteri troviamo tante piccole raccolte d'acqua che costituiscono dei focolai di sviluppo per molte zanzare e quindi, purtroppo, anche tante zanzare che, ovviamente, danno fastidio a chi viene a trovare i suoi cari e quindi facciamo un'attenzione un po' particolare a questi ambienti. Un focolaio classico di questi ambienti è costituito dai vasi portafiori, dove rimane quasi sempre un po' d'acqua. E appena c'è l'acqua arrivano le zanzare a deporre e dopo poco compaiono le loro larve. Le tombe però sono private e quindi non possiamo svuotare i vasi, ma solo spiegare agli utenti cosa devono fare.
In ambiente urbano, sono poi comuni le caditoie stradali che servono a raccogliere l'acqua piovana: sono appunto quello che controlliamo più spesso, perché anche lì troviamo l'acqua e quindi le larve di zanzara. Per fortuna qui possiamo fare direttamente noi qualcosa: ci sono dei prodotti che andiamo a mettere nelle caditoie e che uccidono le larve di zanzara. Si tratta spesso di prodotti a base naturale, come il Bacillus thuringiensis israeliensis che in modo ecologico, senza l'uso della chimica, contrastano lo sviluppo e quindi il fastidio arrecato dalle zanzare.

"Lotta alle zanzare: la lotta larvicida nei focolai urbani"


Pillola video n. 5 del 2023 - La sorveglianza entomologica.
Nella quinta "pillola" accenniamo alle attività di laboratorio per la preparazione dei campioni da esaminare al fine di verificare la presenza di patogeni e, in caso di positività, attivare tutta una serie di misure per prevenire la loro diffusione.
Su tutto il Piemonte, soprattutto nei comuni che aderiscono alla legge 75/95, sono presenti circa 200 trappole ad anidride carbonica. Le zanzare raccolte in 75 di queste trappole vengono indirizzate all'analisi virologica. Significa che andremo così a cercare i virus presenti nelle zanzare. Quando arrivano le retine con le zanzare, vengono messe in un freezer a -80° e vengono conservate finché non vengono suddivise per specie e conteggiate. Vengono quindi suddivise per pool, utilizzando apposite lenti o dei microscopi binoculari per riconoscere le specie che poi vengono messe in provette separate. Queste vengono poi portate all'Istituto Zooprofilattico di Torino, sempre mantenendo il ciclo del freddo. Lì saranno poi trattate ed analizzate per verificare se ci sono dei virus. In particolare, questo procedimento è utilizzato per la sorveglianza entomologica sui virus West Nile e Usutu.
Nel caso in cui un pool di zanzare risultasse positivo, si avvia una procedura che prevede, ad esempio che sia avvisato il Centro Nazionale Sangue in modo che i donatori e le sacche provenienti dalla provincia in questione siano trattati secondo un protocollo finalizzato ad evitare la trasmissione di questi virus tramite le donazioni.

"Lotta alle zanzare: la sorveglianza entomologica"


Pillola video n. 4 del 2023 - Il monitoraggio con trappole attrattive.
Per sapere quante e quali zanzare sono presenti in un territorio si opera con un monitoraggio basato sull'impiego di trappole attrattive. Questo metodo permette, inoltre, di raccogliere dei campioni di zanzare da sottoporre ad analisi finalizzate a verificare la presenza di eventuali patogeni da esse trasmesse. Ai fini della lotta è fondamentale anche capire con quali zanzare abbiamo a che fare. Per questo scopo si utilizzano delle trappole attrattive che sfruttano la proprietà dell'anidride carbonica di attrarre le zanzare. Le femmine di zanzara ci vengono a cercare e ci trovano proprio grazie agli odori della pelle, al calore del corpo, ma soprattutto all'anidride carbonica che produciamo respirando. Nelle trappole si utilizza dell'anidride carbonica allo stato solido, ossia del ghiaccio secco. Circa mezzo chilo di questo ghiaccio viene messo in un thermos che costituisce la parte superiore della trappola attrattiva. Il resto della trappola è costituito da una ventola, montata sotto il thermos. Questo ha dei piccoli fori da cui sublima l'anidride carbonica in forma gassosa che scende verso la ventola. Al di sotto della trappola si fissa una retina che permette di raccogliere le zanzare attratte dall'anidride carbonica e aspirate dalla ventola. Posizionando la trappola prima del tramonto e ritirandola la mattina successiva, siamo in grado di sapere in quel lasso di tempo e in quella località quali zanzare sono presenti e in che quantità.

"Lotta alle zanzare: il monitoraggio con trappole attrattive"


Pillola video n. 3 del 2023 - Il monitoraggio con le ovitrappole.
Il terzo video è dedicato a uno dei metodi utilizzati per stimare la presenza e la densità di una delle zanzare più fastidiose presenti in Piemonte: la zanzara tigre.
Quella che il tecnico ha in mano è un'ovitrappola, che è semplicemente un bicchiere di plastica, nero, da vivaista, che serve per il monitoraggio della zanzara tigre. In questo bicchiere viene inserito un supporto di masonite con il lato ruvido che viene rivolto dalla parte esterna e bloccato con un fermaglio di metallo. Sul supporto in masonite la zanzara tigre, attirata dall'acqua messa nel vaso, va a deporre le sue uova. In genere si posizionano queste ovitrappole in punti ombreggiati e non direttamente esposti al sole, perché sono queste le zone che vengono preferite dalla zanzara tigre. Poi si mette dell'acqua, che è semplicemente acqua di rubinetto mantenuta all'aperto per circa 24 ore allo scopo di declorarla, e qualche granello di prodotto larvicida per evitare che questa stessa ovitrappola diventi un focolaio di riproduzione per le zanzare. E infine si fissa la stecchetta di masonite che rimarrà in campo per circa 15 giorni. Poi verrà sostituita da una nuova stecchetta, verrà rinnovata l'acqua e rimesso il prodotto larvicida. Le stecchette recuperate dalle ovitrappole saranno lasciate ad asciugare e poi portate in laboratorio per la conta delle uova deposte sulla loro superficie. Questo numero serve a dare un'idea sull’abbondanza della popolazione di zanzara tigre in un determinato sito.

"Lotta alle zanzare: il monitoraggio con le ovitrappole"


Pillola video n. 2 del 2023 - Le specie di zanzare e le malattie.
In questa seconda "pillola" vogliamo illustrare, in maniera sintetica, le principali specie di zanzare che il Progetto Regionale si propone di combattere e le malattie che possono trasmetterci.
Nel mondo sono note più di 3.500 specie di zanzare. Ovviamente in Italia non ci sono tutte, ma solo una sessantina di specie. Non tutte pungono l'uomo e, soprattutto, non tutte possono trasmettere malattie. Tra le specie presenti in Piemonte, la più diffusa è la cosiddetta zanzara comuneCulex pipiens, che è la zanzara che possiamo trovare anche in casa, talvolta anche in inverno, e che è in grado di svilupparsi nelle piccole raccolte d'acqua che si possono formare in ambito domestico, ma anche in acquitrini molto grandi come una tipica zanzara di ambito rurale. Vi è poi la zanzara tigreAedes albopictus, che invece è soprattutto presente in città e riesce a sfruttare le piccole raccolte d'acqua che vi si trovano: basta lasciare dell'acqua in un sottovaso o un recipiente all'aperto che durante le piogge si riempie d'acqua, e le larve di questa zanzara si sviluppano molto rapidamente. Venendo invece all'ambito prettamente rurale, vi sono altre zanzare molto comuni, soprattutto nel Piemonte orientale, come la zanzara di risaiaAedes caspius o Ochlerotatus caspius.
Dal punto di vista sanitario, la zanzara comune è il principale vettore del virus della febbre del Nilo occidentale o West Nile fever che, come dice il nome, è un virus di origine africana ed è arrivato in Europa alcune decine di anni fa, molto probabilmente nel sangue di uccelli migratori infetti. Questo virus può essere trasmesso anche agli esseri umani o ai cavalli, che talvolta si ammalano, ma anche ad altri animali che però non sviluppano la malattia. Per quanto riguarda la malaria, è ancora presente il vettore, alcune specie di zanzare del genere Anopheles, ma in Italia e, più in generale, in Europa, questo parassita non è più presente nella popolazione umana. Quindi anche se una zanzara Anopheles ci punge, non è in grado di trasmettere il plasmodio perché non ha potuto assumerlo in un pasto precedente.

"Lotta alle zanzare: le specie di zanzare e le malattie"


Pillola video n. 1 del 2023 - Il Progetto Regionale di Lotta alle zanzare.
In questa prima "pillola" vogliamo raccontare, in maniera sintetica, di cosa si occupa il progetto.
Il Progetto Regionale che segue IPLA, ormai dal lontano 2007, nasce dalla Legge Regionale 75 del 1995. Grazie a questa legge, i Comuni piemontesi che intendono fare operazioni di lotta alle zanzare, ricevono dalla Regione un contributo par al 50% dei costi sostenuti. Le attività ammesse a finanziamento sono quelle della lotta biologica e integrata, quindi quelle che prevedono principalmente il controllo delle larve di zanzare nei focolai di sviluppo. Solo in estrema ratio si fa ricorso alla lotta adulticida.
IPLA si occupa della gestione del Progetto di Lotta alle zanzare per conto della Regione Piemonte e gestisce direttamente 13 progetti locali di lotta alle zanzare, che coinvolgono circa 230 comuni. Inoltre, IPLA si occupa del monitoraggio, mettendo apposite trappole su tutto il territorio regionale. Le zanzare che vengono così prelevate vengono portate nei laboratori della sede di Torino dove vengono determinate, contate, suddivise in pool e poi inviate in centri specifici dove vengono svolte le analisi virologiche idonea a cercare gli eventuali virus presenti nei campioni.

"Lotta alle zanzare: il Progetto Regionale di Lotta alle zanzare"


L'idea del cortometraggio animato nasce dalla volontà di raccontare e trasmettere, con il pretesto di una “Ricerca sulle zanzare”, la conoscenza di tutti gli aspetti principali legati alle zanzare, a un pubblico di giovani e giovanissimi. Si è scelto infatti come target per la diffusione del video quello delle ragazzine e dei ragazzini delle scuole primarie.
Il video si apre con un momento di vita quotidiana, ovvero il suono della campanella, e una bambina (Alice) che deve svolgere una ricerca sulle zanzare.
Lo sguardo preoccupato della bambina fa intuire la sua scarsa conoscenza sull’argomento e ciò permette di introdurre un secondo personaggio animato, il suo compagno Marco più esperto in materia che, con l’ausilio di filmati registrati in diretta, ha il compito di spiegare alla sua amica tutti gli elementi salienti di questi insetti.
Nella fattispecie si è scelto di partire con delle curiosità storiche sulle zanzare, al fine stimolare l’interesse dello spettatore, per poi passare al ruolo che le zanzare rivestono nell’ecosistema, alla descrizione del ciclo vitale e, infine, ai principi della lotta alle zanzare.

"Ricerca sulle zanzare"


Un secondo video si può definire come il sequel di “Ricerca sulle zanzare”. A differenza del primo qui il pubblico di riferimento è più ampio, potremmo dire generalista; ci si trova infatti di fronte a concetti più complessi, ma si mantiene l’utilizzo di personaggi animati affiancati da infografiche animate o “motion graphic”.
Oltre al personaggio già noto della ragazzina (Alice), che qui è ormai cresciuta e frequenta le classi superiori, è stato introdotto un nuovo protagonista che dialoga con lei attraverso il suo pc, l’“esperto di zanzare”, illustrandole i principali aspetti che riguardano questi insetti e le conseguenze delle loro punture, mettendo l’accento in particolare sui problemi sanitari che ne possono derivare.
Infine viene illustrato cosa e quanto si stia facendo a livello istituzionale per prevenirli.
Il video vuole provare a rispondere, si spera in maniera efficace, originale ed incisiva a queste domande:

  • Quanto sono pericolose le zanzare?
  • Quali sono le malattie che le zanzare possono trasmettere?
  • Come viaggiano i virus che le trasmettono?
  • Dove si sono sviluppate le epidemie di queste malattie negli ultimi anni?
  • Come ci si può ammalare di queste malattie?
  • Come si può ridurne il rischio di diffusione?
  • Come si fa a sapere se il virus sta circolando in una certa zona?

"Chi ha paura delle zanzare?"


Il seguente video, creato precedentemente rispetto agli altri due, è ancora uno degli strumenti divulgativi finalizzati a diffondere le conoscenze sulle zanzare e le azioni preventive da intraprendere per il loro controllo.
Il video ha uno scopo divulgativo, deve infatti diffondere nelle scuole una maggior conoscenza in merito alla biologia delle zanzare e ai metodi di lotta nei confronti di questo insetto, ma si allontana dichiaratamente dal documentario divulgativo tradizionale - costruito attraverso una voce fuori campo che descrive dei fenomeni o illustra dei concetti.
Si è scelto di realizzare un documentario di creazione che ha come protagonisti i tre ragazzi, proprio per meglio rappresentare il target dello spettatore, mentre l’approccio visivo è stato quello di incuriosire il pubblico attraverso interviste molto dinamiche accompagnate da musiche con ritmo incalzante. 
Le domande da porre agli intervistati sono state studiate per far emergere le false credenze e le eventuali lacune sulla materia da parte della popolazione, da contrapporre alle risposte puntuali e precise degli esperti in materia.

"Cacciatori di zanzare"


IPLA Spa ha ideato e realizzato, nell'ambito del progetto di lotta alle zanzare, due spot radiofonici che sono stati trasmessi nelle radio locali. Questi intendono essere uno strumento di informazione per i cittadini affinché abbiano tutte le indicazioni necessarie per contribuire alla lotta alle zanzare e possano essere affiancati da personale tecnico qualificato per eventuali problemi specifici.


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Spot 1

radio
Spot 2


Pagina aggiornata a settembre 2024