Usutu
Si tratta di un'infezione aviaria di origine africana estremamente rara negli esseri umani. Prende il nome da un fiume sudafricano (il Grande Usutu o fiume Maputo, che nasce in Sud Africa, attraversa l'eSwatini o Swaziland e sfocia nella baia di Maputo, in Mozambico) che scorre vicino alla località del Natal in cui fu effettuato il primo isolamento del virus in una zanzara femmina di Culex neavei.
AGENTE CAUSALE E CICLO INFETTIVO
Analogamente al virus West Nile (WNV), l'agente causale delle infezioni da Usutu (virus Usutu o USUV) è un Flavivirus patogeno per gli uccelli. I due virus differiscono per la frequenza con cui si registrano casi di mortalità negli uccelli (elevata nel caso dell'USUV, bassa per il WNV) e per l'impatto sulla sanità pubblica (il WNV è responsabile di numerosi casi umani con sintomi neurologici gravi, l'USUV finora è stato rinvenuto in pochi casi non gravi).
Le specie da allevamento avicolo sembrano essere resistenti all'infezione, come pure le specie selvatiche africane. Tra gli uccelli europei si sono invece riscontrate forti morie in molte specie, in particolare di passeriformi (merlo, passero domestico, cinciarella, cinciallegra, picchio muratore, pettirosso, tordo bottaccio) ma anche di strigiformi (allocchi, barbagianni, gufi). Gli uccelli migratori hanno svolto un ruolo chiave nella diffusione del virus fuori dall'Africa.
Il vettore dell'infezione è rappresentato dalle zanzare ornitofile. In Europa è stato isolato principalmente in Culex pipiens, ma anche in Aedes albopictus, Ae. vexans, Ae. rossicus, Anopheles maculipennis, Ochlerotatus caspius, Oc. detritus, Cx. hortensis, Cx. territans, Cx. perexiguus e Culiseta annulata. Solo Cx. pipiens (in Europa) e Cx. neavei (in Africa) sono però stati finora confermati come vettori competenti del virus.
I mammiferi, uomo compreso, possono essere ospiti casuali e a fondo cieco.
La trasfusione di sangue o derivati e il trapianto di tessuti e organi infetti possono essere altre vie d'infezione.
Finora sono stati descritti 8 lineage di USUV, 3 africani (Africa 1/2/3) e 5 europei (Europa 1/2/3/4/5), ciascuno dei quali rappresentato da uno o più ceppi. I diversi lineage sembrano avere gradi di virulenza diversi sia negli uccelli sia negli esseri umani. Anche se la maggior parte dei ceppi di USUV attualmente circolanti in Europa appartiene ai lineage europei, i lineage africani continuano a essere introdotti nel continente.
SINTOMI E DECORSO DELLA MALATTIA
Nell'uomo le infezioni da USUV di cui si hanno notizie sono poche. Per l'Africa si conoscono finora solo due isolamenti da esseri umani, sulla cui sintomatologia clinica non si sa quasi nulla. Nel primo caso (un adulto in Repubblica Centrafricana nel 1981) il paziente presentava febbre e rash cutaneo, nel secondo (un bambino in Burkina Faso nel 2004) febbre e ittero.
In Europa sono noti un numero maggiore di casi e tutti recenti. I più datati risalgono al 2009, in Italia (Emilia Romagna) e sono associati all'insorgenza di disordini neurologici in due pazienti immunocompromessi, entrambi sopravvissuti. Uno aveva sviluppato febbre e sintomi neurologici al termine di un trattamento chemioterapico per un linfoma a cellule B, mentre l'altra aveva sviluppato porpora trombotica trombocitopenica, febbre ed epatite dopo un viaggio in Egitto, con successivo rapido e progressivo sviluppo di sintomi neurologici che arrivarono al coma. L'epatite rese necessario il trapianto di fegato. Entrambi i pazienti ricevettero trasfusioni di plasma nel corso delle cure e non è chiaro se il virus sia stato acquisito naturalmente o con le trasfusioni.
Successivamente, il genoma del USUV è stato isolato nel liquido cerebrospinale o nel sangue di pazienti con sintomi neurologici in Italia, Austria, Croazia, Francia, Repubblica Ceca, Svizzera e Ungheria. La presenza di anticorpi anti USUV è stata confermata in donatori di sangue asintomatici in Italia, Austria, Germania e Paesi Bassi e in pazienti con semplici sintomi febbrili in Italia e Francia.
La presenza di sintomi blandi e facilmente confondibili con quelli di altre malattie (febbre, rash, itterizia, cefalea, rigidità nucale, tremori alle mani e ipereflessia) porta sicuramente a una sottostima del numero di casi umani. Uno studio retrospettivo effettuato su quasi mille campioni di siero e di liquido cerebrospinale raccolti nel modenese tra il 2008 e il 2011 ha dimostrato come l'infezione umana non sia così infrequente e persino più diffusa di quella da WNV.
Nei cavalli la sieroconversione è stata osservata in varie parti d'Europa, ma questi animali sembrano non essere suscettibili alla malattia.
TRATTAMENTO E PREVENZIONE
Non esiste, allo stato attuale, un trattamento antivirale specifico.
Per quanto riguarda la prevenzione, non è al momento disponibile una vaccinazione per prevenire le infezioni da USUV.
La misura preventiva più efficace contro la malattia consiste nell’evitare di entrare in contatto con le zanzare vettore del virus.
Pertanto è consigliabile, ad esempio:
- usare repellenti e indossare pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all'aperto, specie al crepuscolo e dopo il tramonto;
- usare zanzariere alle finestre (la Culex pipiens è una zanzara attiva prevalentemente di notte e tende ad entrare nelle abitazioni per compiere il pasto di sangue);
- svuotare di frequente vasi o altri contenitori (secchi, sottovasi, fusti ecc.) con acqua stagnante;
- cambiare spesso l'acqua nelle ciotole per gli animali;
- tenere le piscinette per i bambini in posizione verticale quando non sono usate.
Altre indicazioni valide per tutte le zanzare "domestiche" si possono trovare nelle pagine dedicate alla lotta.
CENNI STORICI E DISTRIBUZIONE ATTUALE
Dal primo isolamento sudafricano del 1959, l'USUV è stato trovato in Burkina Faso, Costa d'Avorio, Nigeria, Repubblica Centrafricana, Senegal, Marocco, Uganda e Kenya, tutti paesi in cui sono stati intrapresi programmi di sorveglianza entomologica. Molto probabilmente il suo areale di diffusione comprende molti altri paesi africani nei quali non è mai stato cercato.
In Europa si è incominciato a parlare di Usutu nel 2001, in seguito a una considerevole moria di merli (e di 5 gufi della Lapponia in cattività) occorsa quell'anno a Vienna, fenomeno simile a quanto avvenuto negli USA nel 1999 in seguito all'introduzione del WNV. L'episodio austriaco fu ricondotto all'USUV che per la prima volta era stato trovato al di fuori del continente africano e associato a una malattia mortale. L'anno seguente il fenomeno colpì tutta la Bassa Austria, dimostrando una circolazione locale del virus con superamento della stagione fredda.
Tra il 2005 e il 2008, analoghi fenomeni si registrarono in Ungheria (Budapest), Svizzera (Zurigo) e Italia (provincia di Milano) dove l'analisi genetica confermò la medesima identità del virus. Prove della circolazione di USUV si sono avute anche nel Regno Unito (2004), Repubblica Ceca (2004), Polonia (2006), Spagna (2006) e sud della Francia (2010) dove però non si sono registrate morie anomale tra gli uccelli. I primi casi umani del 2009 in Italia confermano il potenziale zoonotico del virus.
Nel 2011 una mortalità anomala di merli si è avuta in Germania, dove l'anno successivo si è trovata sieropositività in donatori di sangue asintomatici. Sempre in Germania l'infezione è stata identificata in due pipistrelli morti. Anche in Croazia, Belgio, Slovacchia e Grecia si sono avute prove dirette o indirette della presenza del virus.
Tra luglio e ottobre del 2016 in vari paesi europei (Belgio, Francia, Germania e Paesi Bassi) si è avuta la più grande epizoonosi da USUV mai registrata nel continente, con massicce morie di uccelli.
Un'analisi retrospettiva su campioni di merli morti in Toscana nel 1996, sposta almeno a quella data la prima introduzione certa del virus in Europa.
SITUAZIONE IN ITALIA
Nel 2017, per la prima volta, il Ministero della Salute ha incluso l'USUV nel Piano nazionale integrato di sorveglianza e risposta al WNV.
Nel 2020, il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano hanno sancito un’intesa sul "Piano Nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle Arbovirosi (PNA) 2020-2025" che comprende anche l'Usutu.
Il primo focolaio italiano risale al 1996 quando, in Toscana, si è verificata un'elevata mortalità di uccelli (merli), la cui causa fu scoperta solo successivamente. Sono inoltre italiani e risalenti al 2009 i primi casi acclarati di malattia neuroinvasiva da USUV.
Casi di Usutu in Italia dal 2017 al 2024
Anno | Casi Usutu | Donatori sangue | Fonte (IZSAM TERAMO, CESME, ISS) |
2024* | 6 | n.d. | Bollettino N. 18 del 31 ottobre 2024 |
2023 | 2 | 5 | Bollettino N. 18 del 9 novembre 2023 |
2022 | 2 | 4 | Bollettino N. 20 del 2 novembre 2022 |
2021 | 1 | 1 | Bollettino N. 19 del 25 novembre 2021 |
2020 | 1 | n.d. | Bollettino N. 16 del 5 novembre 2020 |
2019 | 1 | n.d. | Bollettino N. 16 del 25 novembre 2019 |
2018 | 4 | n.d. | Bollettino N. 18 del 15 novembre 2018 |
2017 | 0 | 4 | Bollettino N. 13 del 9 novembre 2017 |
*dati ancora soggetti a revisione.
Sorveglianza Usutu virus in Italia dal 2017 al 2024
Anno | Pool di zanzare positivi | Organi di uccelli selvatici positivi |
Fonte (IZSAM TERAMO, CESME, ISS) |
2024* | 61 | 139 | Bollettino N. 18 del 31 ottobre 2024 |
2023 | 69 | 126 | Bollettino N. 18 del 9 novembre 2023 |
2022 | 145 | 145 | Bollettino N. 20 del 2 novembre 2022 |
2021 | 129 | 143 | Bollettino N. 19 del 25 novembre 2021 |
2020 | 113 | 69 | Bollettino N. 16 del 5 novembre 2020 |
2019 | 78 | 26 | Bollettino N. 16 del 25 novembre 2019 |
2018 | 212 | 91 | Bollettino N. 18 del 15 novembre 2018 |
2017 | 59 | 21 | Bollettino N. 13 del 9 novembre 2017 |
*dati ancora soggetti a revisione.
FOCUS SUL PIEMONTE |
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In Piemonte il virus è stato identificato, per la prima volta, nel 2009 in un campione di zanzare (Culex pipiens) catturato in provincia di Alessandria. |
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APPROFONDIMENTI
Documenti utili
- Piano nazionale di prevenzione, sorveglianza e risposta alle Arbovirosi (PNA) 2020-2025
- Disposizioni in materia di West Nile Disease e USUTU - anno 2024 (Ministero della Salute, 2024)
- West Nile Disease e USUTU: Prevenzione, sorveglianza ed interventi in risposta alla circolazione dei virus della West Nile disease e dell'Usutu (Circolare Ministero della Salute, 2022)
- WND e USUTU: Prevenzione sorveglianza ed interventi per contrastare l'insorgenza di casi di infezioni da West Nile Virus (WNV) (Nota Ministero della Salute, 2023)
- Sorveglianza, prevenzione e controllo delle infezioni da West Nile virus e Usutu virus nell'Unione Europea e Spazio economico europeo (ECDC, 2023)
Articoli utili
- Epidemiologia, sorveglianza e diagnosi dell'infezione da virus Usutu nell'Unione Europea e Spazio economico europeo dal 2012 al 2021 - Eurosurveillance, 2023
- West Nile e Usutu Virus - Introduzione tramite uccelli migratori: un'analisi retrospettiva in Italia - Virus, 2022
- Il ruolo centrale dell'Italia nella diffusione spaziale del virus Usutu in Europa - Virus Evolution, 2021
- Epidemiologia del virus Usutu: lo scenario europeo - Pathogens, 2020
- Rilevamento dell'infezione da virus Usutu negli uccelli selvatici nel Regno Unito, 2020 - Eurosurveillance, 2020
- Monitoraggio genomico per comprendere l'emergenza e la diffusione del virus Usutu nei Paesi Bassi, 2016-2018 - SCIENTIFIC REPORTS natureresearch, 2020
- Risultati clinici e virologici in pazienti con infezione da virus Usutu, nord Italia, 2018 - Eurosurveillance, 2019
- Espansione della circolazione del virus Usutu in Italia: rilevazione nella regione Lazio, Italia centrale, dal 2017 al 2018 - Eurosurveillance, 2019
- Virus Toscana, West Nile, Usutu e dell'encefalite da zecche: valutazione esterna della qualità per il rilevamento molecolare dei virus neurotropici emergenti in Europa, 2017 - Eurosurveillance, 2019
Stagione estivo-autunnale 2024: bollettini epidemiologici, a cura del reparto di Epidemiologia delle malattie infettive (Cnesps-Iss) con il contributo del Dipartimento di Malattie infettive parassitarie immunomediate (Mipi) dell'Istituto superiore di sanità
- rapporto N.18 del 31 ottobre 2024
- rapporto N.17 del 17 ottobre 2024
- rapporto N.16 del 10 ottobre 2024
- rapporto N.15 del 3 ottobre 2024
- rapporto N.14 del 26 settembre 2024
- rapporto N.13 del 19 settembre 2024
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- rapporto N.10 del 29 agosto 2024
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- rapporto N.13 del 14 settembre 2023
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- rapporto N.9 del 17 agosto 2023
- rapporto N.8 del 10 agosto 2023
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- rapporto N.2 del 22 giugno 2023
- rapporto N.1 del 25 magglio 2023
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